Stop al Gioco d’azzardo, già 90 licenziamenti
Vogliono la modifica della legge regionale in materia di contrasto al gioco d’azzardo, almeno chiedono che non coinvolgesse i locali e gli apparecchi già attivi. Sono i lavoratori del gioco legale, che si sentono penalizzati dalle nuove norme in particolare sulle slot machine, sfrattate ormai da moltissimi locali per quella distanza minima fissata dalla legge.
Oggi, martedì 24 luglio, una delegazione di rappresentanti dei lavoratori impiegati nel comparto del gioco lecito, è stata ricevuta in Consiglio regionale dal presidente Nino Boeti, dalla vice Angela Motta, dal componente dell’Ufficio di presidenza Giorgio Bertola e dal presidente della terza Commissione Raffaele Gallo. All’incontro erano presenti numerosi consigliere e consiglieri.
I lavoratori in precedenza avevano già manifestato sotto Palazzo Lascaris, e lo stesso Boeti era sceso in strada ad ascoltare la loro voce.
I vari interventi hanno voluto spiegare come questa legge abbia messo in ginocchio l’intero settore. Dal 20 novembre scorso a oggi una novantina di persone sono state licenziate, altre lo saranno nei prossimi mesi. Sono state stimate cinquemila unità coinvolte dal provvedimento in tutto il Piemonte.
Gli operatori del settore chiedono di rivedere in parte la legge, almeno per permettere di lavorare a chi già da prima operava in questo settore, in quelli che soltanto in seguito alla legge sono diventati “luoghi sensibili”. Gli apparecchi – è stato sottolineato – rappresentano solo il 24 per cento del comparto in termini di fatturato, ma sono il 70 per cento dell’occupazione.
In Piemonte la nuova legge regionale interessa un comparto che supera i diecimila posti di lavoro. “Non si cura la malattia con i divieti e non si aiutano i disperati creandone altri per questo chiediamo alla politica di aiutarci attuando norme preventive a tutela delle persone malate, garantendo la sopravvivenza del settore”, hanno concluso i lavoratori.
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