Economia in calo in Piemonte, con alcune eccezioni
Calo dell’economia piemontese e meno fiducia nella crescita. Ad affermarlo è l’ indagine condotta da Confindustria Piemonte, Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e Unicredit sull’andamento dell’economia piemontese. Ad eccezione di Asti e del Canavese, infatti, i dati registrano un peggioramento generale. In base allo studio, nel settore manifatturiero l’unico indice in miglioramento è quello sulle esportazioni, mentre quello delle attese sulla produzione perde circa 7 punti in confronto alla precedente rilevazione passando dal +16,3% al +9,6%. I dati maggiormente positivi giungono dai comparti metalmeccanico, delle industrie manifatturiere varie e a sorpresa dall’edilizia, che, dopo 5 anni, per la prima volta mantiene un andamento favorevole. Per quanto riguarda i servizi, le previsioni, seppure ribassate, rimangono comunque ottimistiche, ma va a diminuire il numero di investimenti.
Dati alla mano, il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli commenta: “Le valutazioni delle imprese piemontesi riflettono le crescenti criticità dello scenario geopolitico internazionale e italiano”. Un quadro economico in generale positivo, sostiene Ravanelli, ma le preoccupazioni ci sono e si riscontrano soprattutto sul piano politico internazionale, nello specifico gli Stati Uniti. Per il presidente di Confindustria Piemonte: “Il loro protezionismo sempre più potrebbe scatenare una spirale di ritorsioni, che per la nostra industria sarebbero molto pericolose”.
Entrando nel dettaglio, ecco alcuni tra i dati più significativi dell’indagine.
Per quanto concerne il comparto manifatturiero, cala l’occupazione, da +11,2% a + 9,1%, ma anche il saldo sugli ordinativi totali, da +14,9% a +9,6%. L’unico a migliorare (anche se di poco) è l’export, che passa da +6,9% a +8,2%. Nel complesso, scende il numero delle aziende che ricorrono alla cassa integrazione: solo il 6,2%, mentre rimangono stabili sia gli investimenti (30,4%) sia i tempi di pagamento (media di 84 giorni) e aumenta al 77,2% il già positivo tasso di utilizzo della capacità produttiva.
Torino è una delle province in cui il peggioramento è più evidente, passando da +13,5% a +8,5%.
Nel comparto dei servizi, le valutazioni sono meno rosee ma ancora ottimistiche. Il saldo per ordini totali perde 10 punti (da +26,5% a +16,6%) mentre le attese sull’occupazione e le imprese con programmi di investimento calano rispettivamente di 5 e 3 punti. Sono stabili i tempi di pagamento (media di 70 giorni).
In relazione all’indagine di approfondimento sugli investimenti in tecnologie è risultato che un notevole il 32,3% delle aziende ha effettuato investimenti nell’industria 4.0, specialmente quelle che lavorano nel campo manifatturiero. In particolare, le tecnologie abilitanti introdotte con maggiore frequenza riguardano macchinari e impianti( circa il 27,2% delle imprese le adopera); seguono a distanza le tecnologie cyber security e il cloud computing (4,7%).
Tra le ditte solo il 20,7% ha usufruito degli incentivi previsti dal Piano Calenda “Industria 4.0”, la maggioranza si è appoggiata a risorse interne come il consulente aziendale (13,9%), il DIH o associazioni industriali piemontesi (5,2%), o altre opzioni (4,3%).
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