ASL TO5 – Nasce ADOC: l’assistenza domiciliare ostetrica in continuità
Non ha dubbi Sara, mamma di Geo, nato nel 2022, e di Aria, nata a giugno del 2024: «Tutte le mamme, dovrebbero avere un’assistenza così».
Sara parla dell’ADOC, l’Assistenza Domiciliare Ostetrica in Continuità nata nella prima fase pandemica del 2020 nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero di Moncalieri, oggi diretto in qualità di facente funzione da Andrea Scoletta.
Il progetto, nato in una fase emergenziale, è stato successivamente integrato nell’offerta assistenziale dei servizi dell’Asl TO5 affiancando, oltre agli obiettivi correlati al Covid19, quelli del modello atteso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per favorire l’adattamento post natale del nuovo nucleo familiare, con un’integrazione tra servizi sociali, servizi sanitari territoriali e ospedalieri.
Il progetto ha posto il suo focus sulla casa, che è il setting privilegiato dove l’assistenza va oltre i semplici controlli sanitari, e si protende ad un’osservazione a 360 gradi per cogliere quelle informazioni che in un contesto ospedaliero non sempre è possibile individuare, come ci racconta mamma Sara: «In entrambe le occasioni, pochi giorni dopo le dimissioni dall’ospedale, le ostetriche sono venute a trovarci a casa, hanno fatto un’accurata visita dei miei figli, hanno valutato come procedeva l’allattamento e mi hanno supportata e rassicurata quando ne avevo bisogno. Mi hanno permesso di vivere un momento delicato in assoluta serenità. Sono state presenti e puntuali sia negli incontri, sia nelle richieste che facevo via mail e via telefono fino a quando, insieme, non abbiamo valutato che sia io sia i miei bambini fossimo pronti a continuare da soli».
Nello specifico, il modello ADOC consente di erogare negli incontri a domicilio gli interventi assistenziali prescritti in fase di dimissione, in base ai bisogni intercettati e alla cultura caratteristici del nucleo famigliare, e gli interventi educativi e di supporto. Le ostetriche si pongono in ascolto della famiglia, sostenendo le competenze nell’accudimento del neonato e fornendo un’assistenza personalizzata intercettando precocemente le condizioni di allerta clinica e psico-sociale e facilitando il collegamento tra la rete ospedaliera e territoriale: questi ultimi elementi rappresentano due dei principali valori riconosciuti al progetto.
La partecipazione di tutti i professionisti coinvolti nel percorso nascita è stata fondamentale nella fase di progettazione, così come in quella di erogazione. Le sfide affrontate dall’equipe sono state molteplici, a partire dalla condivisione degli obiettivi, in tempi contratti, tra professionalità differenti in discipline diverse (infermieri, medici, e ostetriche delle discipline di ostetricia e neonatologia). In tempi di ristrette risorse è stata necessaria un’importante, complessa e rapida riorganizzazione dei turni che consentisse di rispondere alle esigenze di copertura del progetto, sia per le visite a domicilio sia per le consulenze telefoniche necessarie.
Gerardina Tartaglia, dirigente della SC Direzione delle Professioni Sanitarie e referente dell’Area Ospedaliera e del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze spiega quale sia la mission del progetto: «La Direzione delle Professioni Sanitarie dell’Asl TO5 è impegnata nel perseguire modelli organizzativo – assistenziali orientati all’umanizzazione e centralità delle cure attraverso lo sviluppo e l’implementazione di percorsi di integrazione ospedale / territorio. Il progetto ADOC, sviluppatosi in epoca pandemica e proseguito in forma strutturale successivamente, ha consentito di offrire alla diade madre / neonato, e al sistema famiglia nel suo insieme, un modello assistenziale che promuove e tutela il bonding della diade stessa nell’ambito intimo della propria abitazione, garantendo sicurezza e continuità delle cure attraverso le visite domiciliari del team ostetrico, riducendo così anche gli accessi impropri ospedalieri».