COLDIRETTI – Cento mila agricoltori attendono mezzo miliardo di rimborsi per le calamità
Gli imprenditori manifestano contro lo Stato, debitore di mezzo miliardo di euro per il mancato versamento dei contribuiti dovuti per le assicurazioni contro le calamità nelle campagne. “La burocrazia fa più danni della grandine”, “Stato di calamità o Calamità di Stato?”: sono solo alcuni degli slogan apparsi su striscioni e cartelli di coltivatori e imprenditori provenienti da tutta Italia, compresi quelli piemontesi, che mercoledì 30 maggio 2018 a Roma hanno protestato davanti al ministero delle Politiche agricole. La manifestazione è stata organizzata da Asnacodi, Associazione dei consorzi di difesa, con il sostegno di Coldiretti, per denunciare il rischio di perdere mezzo miliardo di euro di risorse comunitarie destinate a fronteggiare gli ingenti danni provocati dai cambiamenti climatici. La mancata erogazione dei fondi è causa della lentezza della burocrazia. In Italia sono centomila gli agricoltori che hanno stipulato polizze assicurative, incentivati dallo Stato che ora, da anni, non rispetta le scadenze.
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, denuncia: «L’Italia rischia di perdere centinaia di milioni di risorse comunitarie destinate a un intervento strategico per l’agricoltura italiana, di fronte agli ingenti danni provocati dai cambiamenti climatici. Gli imprenditori, vista la difficile situazione economica attuale, si trovano a dover far fronte a forti impegni economici per cui l’arrivo di tali contributi è fondamentale per la sopravvivenza delle imprese. E’ paradossale che l’Ue abbia già erogato i fondi e che queste risorse, da anni, siano ferme nelle casse ministeriali. Chiediamo l’intervento del presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, affinché possa sbloccare la situazione per fare finalmente arrivare alle nostre imprese la liquidazione dei contributi, risalenti addirittura al 2015, oltre a quelli degli anni successivi. Occorrono subito misure straordinarie per allineare i pagamenti».
Nel 2015 in Piemonte è stato erogato solo il 61 per cento dei contributi stimati: 16 milioni e 159.920 euro su 26 milioni e 491.166 tra uva da vino, altre colture – quali mais, orzo e altre – zootecnia e serre. Nel 2016, la situazione è precipitata visto che sono stati pagati soltanto il 26,6 per cento dei contributi stimati: 7milioni e 374.027 euro su 27.747.076. A Torino, nel 2015 sono venuti a mancare quasi 530mila euro di contributi previsti, mentre nel 2016 i contributi non erogati ammontano a 1.148mila euro.
Pier Luigi Cavallino, Presidente Condifesa Torino e Piemonte nonché membro del consiglio Asnacodi, pone l’accento anche su altri aspetti: «A rischio, oltre ai fondi comunitari è un sistema di prevenzione all’avanguardia in Europa che andrebbe potenziato e incentivato. Gli interventi post calamità costano il quadruplo rispetto al sostegno alle polizze assicurative e dobbiamo essere in grado di sfruttare un sistema di prevenzione all’avanguardia in Europa potenziandolo. Speriamo che l’intervento del presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, sblocchi la situazione».
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