CARMAGNOLA – Le reazioni all’addio del deposito nucleare, la politica: ‘Vittoria del buon senso’
«La battaglia che abbiamo combattuto insieme ai cittadini, alle aziende e agli amministratori locali affinché il sito di Carmagnola venisse escluso dall’elenco definitivo delle Aree Cnai individuate dallo Stato come quelle potenzialmente idonee a ospitare il deposito di scorie nucleari alla fine è stata vinta. Dalla nuova tabella appena pubblicata è sparito infatti il sito di Carmagnola, indicando come idonei in Piemonte cinque siti tutti in provincia di Alessandria».
Il consigliere regionale del Piemonte Davide Nicco commenta così l’elenco delle aree che possono ospitare il nuovo deposito nazionale di scorie radioattive, predisposto dalla Sogin e pubblicato dal Ministero dell’Ambiente e che vede definitivamente escluso il sito di Carmagnola, contro il quale si erano sollevati da anni scorsi cittadini, amministratori, associazioni e imprenditori della zona: «È un grande sospiro di sollievo per un rischio scongiurato, che potenzialmente poteva danneggiare irreparabilmente un’area di alto pregio nelle produzioni agroalimentari e dalla qualità ambientale ancora molto elevata. Ma è anche il riconoscimento a una lotta che abbiamo sempre sostenuto e appoggiato in ogni fase, e che ci ha portati anche a manifestazioni clamorose come la protesta con 250 trattori e macchine agricole all’Abbazia cistercense di Casanova nel gennaio 2021, ripetuta nuovamente un anno dopo, nel gennaio 2022».
L’analisi di Roberto Ghio è nella triplice veste di sindaco di Santena, consigliere della Città metropolitana di Torino e presidente del Distretto del cibo Chierese-Carmagnolese: «Non si può che essere contenti perché è la dimostrazione che ogni tanto il buon senso ha la meglio sulle scelte tecniche e lo strumento della politica riesce a battere la burocrazia. Ma è altrettanto importante l’aspetto umano e sociale, perché questa scelta valorizza i terreni che costituiscono il paesaggio inteso non come fondale idilliaco ma come principale strumento di lavoro per tutto il comparto dell’economia turistica che gravita sulla zona, con il suo patrimonio artistico ed enogastronomico. Ora occorre iniziare a lavorare dal basso sui piani regolatori di livello sovracomunale. Se il territorio vuole darsi un’identità coesa, deve partire dalla valenza sociale rappresentata dal patrimonio agro-ambientale».
Condividi