CULTURA – Alla stazione metro Bengasi mostra ‘Metro Light Gallery’
Proseguono nell’ambito della Rassegna Singolare e Plurale 2023 le mostre ‘Coltivare relazioni’ fino al 30 maggio a Palazzo Barolo e ‘Metro Light Gallery’ nella stazione metro Bengasi a tempo indeterminato.
Singolare e Plurale è la manifestazione nata dalla lunga collaborazione fra Città di Torino e Opera Barolo per la promozione di iniziative culturali e progetti di ricerca che abbiano al centro le arti intese come motore di cambiamento, crescita personale, salute pubblica e welfare culturale e di comunità ed è curata da Artenne e Forme in bilico, in collaborazione con Arteco, Fermata d’autobus Onlus e Galleria Gliacrobati, con il sostegno di Fondazione CRT.
Fotografia, scultura, pittura, video e installazioni sono i contenuti di ‘Coltivare relazioni’ ospitata negli spazi espositivi del Polo delle Arti Relazionali e Irregolari Pari di Palazzo Barolo, ingresso da via Corte d’Appello 20/C. A partire dal 19 aprile accoglie le opere precedentemente esposte a InGenio Arte Contemporanea.
Curata da Tea Taramino e Roberto Mastroianni, in collaborazione con Elena Radovix, la mostra invita a ‘coltivare relazioni’ per dare valore a vecchie e nuove collaborazioni di rete, italiane e internazionali e per riannodare il filo del racconto di una storia cittadina che procede con continuità dagli anni ‘80.
Una storia fatta di ispirazioni reciproche, scambi di saperi fra esponenti del mondo dell’arte e della cultura ufficiale e gli ambiti delle fragilità, per ribadire che la realtà è fatta di confini e frontiere che vanno attraversati se si vogliono scoprire nuovi itinerari, prospettive insolite e potenzialità umane insospettate.
Nelle opere presentate si possono osservare diversi registri espressivi e interessanti soluzioni formali: rivisitazioni originali di architetture cittadine, luoghi storici o ambienti privati; rappresentazioni simboliche e creazioni di spazi psichedelici o di personaggi immaginari. Alcune esprimono spiritualità, irrazionalità o inquietudine, altre abbracciano la natura oppure rivelano percezione o smarrimento dei confini, altre ancora propongono una visione critica della contemporaneità.
La mostra – gratuita e arricchita di performance e laboratori per il pubblico – prosegue il dialogo, ormai quarantennale, fra artisti mainstream e artisti outsider e irregolari mostrandone la varietà dei linguaggi e le diverse declinazioni che vanno dall’espressione individuale alla condivisione progettuale, senza trascurare le potenzialità educative e riabilitative di comunicazione e documentazione. Raccoglie esperienze e testimonianze dagli ambiti della salute mentale e dell’inclusione sociale in collaborazione con Musei di Arte Contemporanea, le Accademie di Belle Arti e le Università.
Condividi