Diminuiscono le imprese in Piemonte
Bilancio ancora in negativo per il sistema industriale piemontese. Nei primi tre mesi del 2018 in base all’elaborazione della Camera di Commercio di Torino il sistema produttivo regionale ha evidenziato una nuova contrazione della base imprenditoriale. Nel periodo gennaio-marzo 2018, siano nate in Piemonte 8.138 imprese, performance peggiore in termini di natalità dell’ultimo decennio. Anche le cessazioni hanno mostrato, negli ultimi dieci anni, una dinamica calante, che tuttavia non ha pienamente compensato la diminuzione delle iscrizioni. Nel periodo gennaio-marzo 2018 le cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio) si sono attestate a 10.767, il saldo è risultato negativo per 2.629 unità. Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2018 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 432.743 unità.
“I dati non brillanti dei primi tre mesi dell’anno, riferiti a tutti i settori e a tutte le province piemontesi, ci restituiscono una regione ancora fragile. Statisticamente, comunque, in questo trimestre, si presentano in modo regolare saldi negativi: a fine anno si concentrano, infatti, la maggior parte delle cessazioni di attività, il cui riflesso si registra nel Registro imprese delle Camere di commercio nelle prime settimane del nuovo anno. Ora più che mai, l’intervento di tutte le istituzioni – in particolare della Regione Piemonte a fianco delle Camere di commercio – deve essere più incisivo. Servono misure efficaci, che restituiscano fiducia al nostro sistema produttivo e consentano di innescare un nuovo percorso di crescita” commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte.
L’analisi per forma giuridica evidenzia segnali positivi per le sole società di capitale, che rappresentano il 17,8% delle imprese aventi sede legale in Piemonte e che hanno realizzato, nel I trimestre del 2018, un tasso di crescita dello +0,66%.
Nei primi tre mesi dell’anno tutti i settori di attività hanno registrato tassi di variazione dello stock negativi. Gli altri servizi(-0,18%) e il turismo (-0,50%), gli stessi comparti che nel 2016 e nel 2017 avevano realizzato le performance migliori, scontano le flessioni di minore intensità. L’industria in senso stretto (-0,59%) segna un tasso in linea con il risultato medio del tessuto produttivo regionale. Il commercio (-0,97%) e le costruzioni (-0,89%) subiscono flessioni più marcate. Il risultato più negativo appartiene ancora una volta all’agricoltura (-1,43%).
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