Carminius: in Appello 13 anni al «re» dei videopoker di Carmagnola
L’ex assessore regionale Rosso viene mediaticamente considerato il personaggio di punta del processo Carminius/Fenice, ma la conclusione dell’Appello non aveva solamente lui come protagonista. E il fatto che le sia stato concesso uno sconto di pena, senza però cambiare nulla al suo capo di imputazione, non è stato nemmeno il colpo di scena maggiore. La corte d’Appello infatti ha avuto la mano ben più pesante nei confronti di alcuni imputati, tutti ritenuti centrali dall’accusa ma che in primo grado erano stati assolti. Una sentenza, quest’ultima, che è stata completamente ribaltata nell’udienza finale di giovedì con la condanna dell’intero terzetto. Parliamo di Antonino Buono, al quale sono stati inflitti ben 13 anni e 6 mesi di detenzione. Per gli inquirenti era l’indiscusso sovrano del racket dei videopoker a Carmagnola, ma è anche sospettato di essere coinvolto in una serie di incendi a scopo ritorsivo. L’elenco prosegue con l’imprenditore attivo nel settore dell’automotive Alessandro Longo, condannato a otto anni e 6 mesi. Da citare anche Mario Burlò, attivo nel ramo del «Facility managment» e che, come Rosso, venne arrestato a Moncalieri nel dicembre del 2019, all’apice dell’operazione Carminius. Per lui, difeso dai legali Maurizio Basile e Antonio Ingroia, l’accusa è concorso esterno in associazione mafiosa, per la quale gli sono stati inflitti 7 anni. L’atteso esito di questo procedimento d’Appello ha poi ancora visto le seguenti condanne: Enza Colavito, collaboratrice di Rosso 4 anni; Angiolino Petullà 10 anni e 4 mesi; Nazareno Fratea condanna ribassata a 10 anni e 8 mesi. Infine Ivan Corvino, 6 anni e 8 mesi. La sua iniziale imputazione è stata derubricata a concorso esterno.
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