In migliaia a Torino per i 90 anni del «Mauto»
Sono stati migliaia i turisti e gli appassionati giunti a Torino da tutta Italia, ma anche dall’estero, per prendere parte alla settimana di iniziative che la città ha ospitato per festeggiare i 90 anni del Museo Nazionale dell’Auto.
Oltre 30 eventi organizzati dai 25 enti coinvolti, 30 visite guidate alla collezione del museo, alla mostra temporanea e all’Open Garage per un totale di circa 10 mila visitatori da sabato 15 a domenica 23 luglio (negli anni precedenti l’affluenza media dello stesso periodo si attestava intorno ai 5.900), 52 relatori intervenuti durante la rassegna di appuntamenti diffusi in città e nella giornata del 19 luglio, che ha registrato 1.069 partecipanti tra ingressi al museo, presenza alle conferenze tematiche e al concerto serale.
Protagoniste 82 vetture storiche, di cui 9 esposte in luoghi simbolo della città, la Fiat 508 Balilla sulla Pista del Lingotto, 26 al raduno in Piazza San Carlo e 46 esposte in occasione del “Raduno di Stile” organizzato da IAAD. Tanti i modelli e tante le peculiarità di ognuno, come la vettura più antica, la Benz Motor Velocipede del 1898, esposta a Palazzo Birago, sede della Camera di Commercio di Torino, uno dei primi esemplari che entrano a far parte della collezione museale del MAUTO e tra le prime vetture ad essere costruita in serie dalla celebre casa automobilistica tedesca. Oppure l’esemplare unico al mondo, la Itala 35/45 HP “Palombella” del 1907, esposta ai Giardini Reali, la più regale e la più rara, realizzata per la Regina Margherita, faceva parte del Garage Reale ed era tra le vetture del reparto città utilizzate per le parate e nelle occasioni di rappresentanza della casa reale. O ancora la più veloce, l’Alfa Romeo Disco Volante del 1952, esposta nella Galleria Grande della Reggia di Venaria: carrozzeria di design realizzata con tecnica superleggera dalla Touring, aerodinamica e sportiva, con un motore dalle alte prestazioni, di cilindrata superiore ai 3000cc e una potenza di 250 cv. Infine, la più visionaria, la Phoenix II Solare, esposta alle OGR, un prototipo elettrico a reintegro solare, a emissioni zero, costruita nel 1987 dall’ingegnere Andrea Pesaresi; deve il suo nome all’animale mitologico che rinasce dalle sue ceneri perché, a pochi giorni dal suo debutto in gara al Gran Premio 4E, subì un incidente che danneggiò gravemente il suo telaio e dopo un primo momento di sconforto la vettura venne riparata e migliorata diventando la Phoenix II.
Durante la settimana è stata anche annunciata la nomina della nuova Direttrice del Mauto che guiderà il museo per i prossimi 3 anni, Lorenza Bravetta.
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