RALLY – Musi lunghi sul podio del 91° Rallye Montecarlo
Testo e foto di Gabriele Valinotti.
MONTECARLO – A vederli sembrava avessero preso una sonora batosta. E forse è andata proprio così. Kalle Rovanperä, secondo assoluto e Thierry Neuville, terzo, sembravano reduci da un funerale, piuttosto che da un Rally di Montecarlo concluso ai vertici della classifica. Certo, entrambi hanno dovuto soccombere a un Sébastien Ogier apparso più in forma che mai, ma nei giochi del mondiale il francese di Gap non c’entra, perché lui correrà solo nei rally in cui vorrà divertirsi, perché il titolo mondiale, avendone già vinti otto, non gli interessa più. Ma quando tornerà in gara sarà una pesante pietra di paragone per i due piloti che ambiscono ai più alti vertici della classifica iridata.
Kalle Rovanperä, affiancato da Jonne Halttunen, ha conquistato una buona seconda piazza che vale 18 punti nel mondiale, raggranellando altri cinque punti risultando il più veloce nella Power Stage finale. Si direbbe un bilancio positivo, soprattutto perché ha lasciato indietro il suo rivale numero 1, Neuville, passandolo di forza nel corso della seconda tappa, consolidando il primato nella terza e chiudendo in bellezza sul Turini finale. Forse il giovane finlandese si aspettava che Ogier gli desse strada, visto il margine che i due avevano sulla concorrenza, ma in Toyota si sono ben guardati da compromettere i rapporti con un pilota che fa gola a tutti gli avversari. Ogier corre per vincere e porta tanti punti preziosi alla squadra, importanti per il mondiale.
Solita imperturbabile faccia di bronzo per Thierry Neuville, con Martiyn Wydaeghe al quaderno delle note, che si è lamentato per tutta la gara di vari problemi alla sua Hyundai i20 N Rally1, soprattutto di assetto ed ha dovuto attendere dodici prove speciali per segnare il miglior tempo in una prova. Inoltre non è riuscito a contenere il ritorno di Rovanperä e dopo la prima gara accusa sei punti di ritardo da quello che sarà il suo avversario della stagione.
Dietro di loro il nulla. Confermato anche da numeri visto che delle 18 prove speciali una sola è sfuggita agli inquilini del podio (nove a Ogier, sei a Rovanperä e due a Neuville).
Quarta piazza per il gallese Elfyn Evans, con a fianco Martin Scott, sulla terza Toyota Yaris. Che pure era partito bene, rimanendo in scia di Ogier nella notte di giovedì, per poi incappare in una foratura a Briançonnet, terza prova del venerdì, che lo ha ricacciato indietro in classifica. E soprattutto ha compromesso la sua lucidità di gara, anche se è riuscito a vincere la prova immediatamente successiva, inoltre finendo in testacoda anche sul primo Turini della domenica. Una prova troppo poco consistente per un pilota che due anni fa ha lottato per il titolo mondiale sino all’ultima gara.
Tutto sommato non esce male dalla gara monegasca l’ex campione del mondo Ott Tänak con Martin Järveoja a dettargli le note, che nella pausa invernale se n’è andato dalla Hyundai pur non condividere più la squadra con Neuville. Accettando la modesta Ford Puma sapeva di non poter competere per le vette iridate, ma la sua gara è stata di sostanza, nonostante problemi al servosterzo e non solo. Alla fine ha dato la zampata sulla Power Stage finale, conquistando il secondo tempo sul Turini, raggranellando una buona messe di punti in una stagione, che come dice lui stesso: “Sarà molto lunga”.
Promosso quarta guida sulla Toyota Yaris ufficiale il giapponese Takamoto Katsuta, navigato dall’irlandese Aaron Johnston, ha cancellato i sorrisi un po’ beffardi di chi considera la sua posizione in seno alla squadra Toyota come il frutto di essere un giapponese e un nipponico in squadra in Toyota lo vogliono. Soprattutto perché ha messo dietro i gemelli della Hyundai ufficiale, Dani Sordo ed Esapekka Lappi; poi perché la sua gara è stata costatante, riuscendo a inserirsi spesso ai margini del podio, con un secondo tempo assoluto sulla Luceram/Lantosque di domenica pomeriggio. Peccato che non gli sia riuscito fare in modo decente i tornanti della La Cabanette di giovedì sera e abbia rotto una sospensione nella finale del Turini. Ma fra i magnifici sei, lui c’è.
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