ASL TO 5 – Il sindaco di Chieri alla Regione: ‘La Regione non può rimanere zitta davanti all’appello dei medici’
Non si ferma la polemica sull’ospedale unico dell’Asl To 5. Ora è il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero, a prendere carta e penna per scrivere alla Regione, chiedendo certezze. Il destinatario è l’assessore Luigi Icardi: “Abbandonare l’area di Vadò vuol dire far passare altro tempo tra discussioni ed approfondimenti, mentre i nostri tre ospedali diventano ancora più vecchi e meno attrattivi. Il vero grande pericolo è che il nuovo ospedale unico non si faccia. Di sicuro, non assisteremo alla posa della “prima pietra” entro questa legislatura regionale. Ritengo che sia urgente e necessario un momento di confronto e chiarimento, con informazioni fornite direttamente dall’assessore, che deve svolgersi nel luogo istituzionale appropriato, ovvero l’Assemblea della Conferenza dei Sindaci dell’AslTO5”.
Poi l’affondo: “In data 30/12/2021 Le venne chiesta la disponibilità a presenziare ad un’apposita Assemblea, richiesta che non ha ancora ricevuto risposta. Le rinnovo ora la stessa richiesta, e La invito anche ad accogliere l’appello rivolto da 133 operatori sanitari dei nostri presìdi ospedalieri, che hanno espresso preoccupazioni, che condivido pienamente, e che sollecitano un incontro pubblico dove confrontarsi ed ottenere le attese risposte.
Pertanto, assessore Icardi:
1) Corrisponde al vero che la Regione Piemonte ha deciso di abbandonare la scelta dell’area Vadò come sede del nuovo Ospedale Unico dell’AslTO5?
2) Corrisponde al vero che la Regione Piemonte sarebbe orientata alla scelta di un’area collocata nel territorio di Cambiano?
3) Entro quale orizzonte temporale si pensa di poter realizzare il Nuovo Ospedale Unico?
4) Un eventuale cambio della sede del nuovo ospedale potrebbe comportare il rischio di perdere le risorse Inail?
5) Perché nella lettera del 22 luglio 2021 con la quale l’assessorato regionale alla Sanità costituiva il Gruppo di Lavoro Tecnico, si è utilizzata la definizione di “nuovo ospedale” dell’AslTO5 e non più di “nuovo ospedale unico”? L’intenzione è ancora quella di realizzare un nuovo ospedale, che superi gli attuali tre nosocomi di Moncalieri, Chieri e Carmagnola, o si pensa di costruire semplicemente un nuovo ospedale? Uno scenario del genere come sarebbe economicamente sostenibile?
6) Nel ridisegno della medicina territoriale dell’AslTO5 tramite i fondi del PNRR (case di comunità, ospedali di comunità, Cot), non è stato affrontato il tema del destino dei tre attuali ospedali. Cosa si pensa di fare del Santa Croce, del Maggiore e del S. Lorenzo? Se non saranno né case di comunità né ospedali di comunità, allora in cosa verranno trasformati e quali servizi accoglieranno?
7) Il Santa Croce, il Maggiore ed il S. Lorenzo sono obsoleti ed energivori (come è stato ricordato proprio dagli operatori sanitari, si tratta di strutture cresciute come dei “patchwork” nel corso del tempo, con parti che risalgono addirittura al XIV secolo): non è irrazionale investire ancora per anni risorse in manutenzione di ospedali vetusti e superati, continuando nel frattempo a perdere personale a vantaggio di altre strutture più attrattive?
8) Perché si continua ad evitare il confronto con gli amministratori locali e con gli operatori sanitari dei tre presìdi sanitari di Moncalieri, Chieri e Carmagnola? Quanto tempo deve ancora trascorrere prima che la Regione Piemonte adotti scelte chiare e le spieghi ai cittadini interessati?”
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