ATC – Le case popolari più fredde per il caro energia
Anche l’Agenzia Territoriale per la Casa si prepara a far fronte agli aumenti dell’energia con un taglio al riscaldamento. Da ieri, 2 ore in meno di accensione per il palazzo di corso Dante, 1 grado in meno per il riscaldamento nelle case dove, nelle prossime settimane, confidando anche in un rialzo delle temperature esterne, si ridurrà anche l’orario di accensione: niente più termosifoni accesi all’ora di pranzo. Una prima contromisura per far fronte ad aumenti dell’energia già arrivati, in media, dal 100 al 130% in più nel caso del teleriscaldamento, che non beneficia della riduzione dell’Iva.
Come “padrone di casa” e amministratore di condominio Atc gestisce infatti il riscaldamento per circa il 60% del suo patrimonio (che conta in totale 29mila appartamenti in tutta la Città metropolitana torinese) e provvede direttamente al pagamento dei costi dell’energia, che poi addebita in bolletta ai residenti. Proprio in ragione dei forti aumenti, l’Agenzia ha già ritoccato al rialzo le somme degli anticipi per la stagione termica in corso, per evitare conguagli troppo salati a fine stagione. E, ben sapendo che la sua utenza è costituita da persone in difficoltà, ha aumentato il numero delle rate mensili, passate da 7 a 9, in modo che gli aumenti risultino più “spalmati”, andando a gravare in misura minore su un bilancio famigliare spesso già economicamente fragile. «Si tratta – spiega il presidente, Emilio Bolla – di un primo passo, ma gli uffici stanno lavorando a ulteriori provvedimenti per la stagione futura. Dialogheremo con gli enti gestori, i fornitori, gli amministratori di condominio per mettere in campo tutte le soluzioni possibili che ci permettano di ridurre i consumi e nel contempo di aiutare le famiglie coi pagamenti, a fronte di rincari considerevoli che hanno già visto un raddoppio delle spese in questi primi mesi dell’anno. Per il bilancio Atc anticipare il pagamento dei fornitori per il riscaldamento è una voce da circa 15 milioni l’anno, che sono diventati 28 milioni con questi aumenti».
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