MONCALIERI – L’inchiesta sui favori ad un commerciante cinese: arrestato anche un funzionario del Comune
E’ una tempesta che travolge commercianti, carabinieri e funzionari dei Comuni della cintura sud l’inchiesta sul presunto giro di favori che ha coinvolto il re del commercio cinese proprietario della catena Koko, Wang Qiang. Nove i provvedimenti firmati dal Gip Elena Rocci. Il tenente colonnello dei carabinieri Gabriella Manca, all’epoca dei fatti capo del servizio amministrativo del Comando Legione, è stata interdetta dal servizio per un anno. In carcere sono finiti Maurizio Trentadue, comandante del nucleo Ispettorato del lavoro dei carabinieri a Torino, lo stesso Wang Qiang, un maresciallo dell’Arma e un funzionario del Comune di Moncalieri, Sergio Nidola. Misure interdittive sono scattate per un quarto carabiniere, un secondo commerciante cinese e due funzionari degli uffici urbanistica-edilizia di altri due Comuni del circondario: a Nichelino e Rivalta. Fra gli indagati a piede libero figurano due vigili urbani di Moncalieri, un funzionario edilizia del Comune di Orbassano e due geometri dei Comuni di Nichelino e Trofarello. Fra i reati contestati figurano la corruzione, il falso, la rivelazione di segreti di ufficio.
L”inchiesta era nata nel 2020 quando la guardia di finanza scoprì delle irregolarità nella fornitura di mascherine Ffp2 da destinare, nella prima fase dell’emergenza Covid, ai militari dell’Arma in Piemonte: ne servivano 40 mila, ma venne stipulato un ordine fittizio di 87 mila. Qiang, secondo l’accusa, voleva trattenerne una parte per sé scongiurando il rischio di una requisizione alla dogana. Per gli inquirenti, la rete di contatti e di amicizie tessuta da Wang era estesa. Nella ricostruzione dell’accusa, il commerciante cinese chiese a un funzionario comunale di “ostacolare in qualunque modo” l’apertura di un negozio della concorrenza nel Comune di Nichelino. Fu accontentato: scattò un’ispezione con annesso rilevamento di un abuso edilizio e lo stop all’agibilità dei locali. In cambio, sempre secondo la ricostruzione, gli bastò un ‘premio’ di 500 euro in buoni benzina.
Condividi