Gente in Gamba gli italiani al Rallye Monte-Carlo 2022
Dopo Piero Liatti il diluvio. Si esprimerebbe così un Luigi XVI dei rally, guardando l’albo d’oro del Rallye di Monte-Carlo che dal 1997, anno del successo del biellese con Fabrizia Pons, non registra più nessun pilota italiano sul podio della classifica assoluta. E anche quest’anno la situazione è stata tutt’altro che facile, con nessuno dei nostri al volante delle nuove Rally1 che hanno dominato la scena della gara.
La classifica finale della gara monegasca vede tre equipaggi italiani fra i migliori venti della classifica assoluta, tre equipaggi che se ci fosse una classifica riservata ai gentlemen drivers si sarebbero piazzati sicuramente in alto in questa graduatoria. C’è stata grande battaglia per la palma di miglior equipaggio italiano fra il bergamasco Matteo Gamba, affiancato dal piemontese Nicolò Gonella e il comasco Mauro Miele, con l’alessandrino Luca Beltame al quaderno delle note, alla fine divisi da soli 35”5 che hanno chiuso in sedicesima e diciassettesima posizione, entrambi al volante di una Škoda Fabia Evo2. Il 43enne Matteo Gamba, sulla vettura curata da Balbosca, è un pilota che corre quando ha tempo (solo tre gare per lui nel 2021) è alla sua quinta esperienza al Monte-Carlo, vantando un arrivo al nono posto assoluto nel 2014. Mauro Miele, sessantadue anni compiuti mercoledì scorso, un passato vincente nel motocross, più che un gentlemen driver è il papà del pilota essendo il figlio Simone impegnato ad alto livello nei vari campionati italiani. Da quattro anni Mauro Miele è presente al Monte-Carlo e quest’anno si è preso la soddisfazione di vincere il Master WRC2, la graduatoria riservata ai piloti Over 55 battendo gente del calibro di Olivier Burri e di François Delecour, un pilota che ha partecipato 23 volte al Monte-Carlo, avendo conquistato la vittoria assoluta nel 1994.
Terzo italiano classificato il cuneese Alessandro Gino, anche lui impegnato alla scrivania della propria azienda durante tutta la settimana e capace di chiudere diciannovesimo assoluto alla sua seconda partecipazione alla gara monegasca con la sua Hyundai i20 R5. Poteva essere della partita fra i migliori italiani il valdostano Elwis Chentre, all’esordio al Monte-Carlo affiancato dal chierese Massimiliano Bay. Chentre stava lottando con Gamba e Miele, fino a quando ha subito una pesante, ma giusta, penalizzazione di trenta minuti, per un pericoloso illecito compiuto dai suoi ricognitori (come descritto dagli steward della gara nel sanzionarlo) che lo hanno fatto precipitare fuori dai migliori cinquanta della classifica assoluta, non potendo così partecipare all’ultima tappa e non salendo sulla pedana d’arrivo a Monte-Carlo.
Un vero peccato perché il 47enne di Roisan (AO) se lo meritava, come se lo meritava Mario D’Ambra che ha curato la sua Škoda Fabia EVO2 R5.
Infine una considerazione. Per sperare di vedere nuovamente gli italiani lottare per le posizioni che contano, è necessario che la federazione sviluppi in modo serio la politica dei giovani. I francesi lo hanno fatto e si ritrovano con Sébastien Loeb e Sébastien Ogier che nell’ultimo ventennio hanno dominato il mondo. Assecondando la grandeur transalpina.
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