Coldiretti raccoglie le firme dei candidati per le future politiche agricole
Coldiretti Torino ha raccolto la firma di candidati al rinnovo del Parlamento al Manifesto politico di Coldiretti, composto da 5 proposte a costo zero per i primi cento giorni di governo.
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, informa: «La sera di lunedì 26 febbraio, a palazzo Svolta, abbiamo presentato ai rappresentanti delle forze politiche candidate alle prossime elezioni del 4 marzo il “Manifesto politico” di Coldiretti chiedendo ai candidati di sottoscriverlo e, più in specifico, di supportare 5 iniziative nei primi 100 giorni di governo, proposte a costo zero per la società e la politica, ma di grande rilevanza economica e sociale. Coldiretti Torino ha poi organizzato altri momenti di confronto con i candidati alle elezioni politiche su alcuni mercati di Campagna Amica, a Torino e nei comuni della provincia: venerdì 23 febbraio sul mercato di Rivarolo; domenica 25 febbraio sul mercato di piazza Bodoni a Torino; martedì 27 febbraio sul mercato di Avigliana e sul mercato di Castiglione Torinese. Coldiretti rivolge un ringraziamento a tutti i candidati che hanno scelto di sottoscrivere il manifesto».
Questi sono i candidati che si sono impegnati sulle cinque cose da fare chieste da Coldiretti, in cento giorni e a costo zero per lo Stato. Per il Partito Democratico: Francesca Bonomo, Silvia Fregolent, Gianna Pentenero, Laura Pompeo, Magda Zanoni, Alberto Avetta, Davide Gariglio, Davide Mattiello. Per la coalizione di Centrodestra: Paola Gobetti, Elena Maccanti, Claudia Porchietto, Daniela Ruffino, Virginia Tiraboschi, Davide Balena, Alessandro Manuel Benvenuto, Claudio Broglio, Matteo Doria, Carlo Giacometto, Alessandro Giglio Vigna, Cesare Pianasso. Per il Movimento 5 Stelle: Jessica Costanzo, Rosario Fondacaro. Stefano Schwarz. «Le cinque iniziative proposte da Coldiretti non hanno costo – precisa Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino –, ma avrebbero un impatto decisivo sulla vita delle imprese agricole che sono un grande valore per il nostro Paese».
Queste, in sintesi sono le 5 richieste di Coldiretti.
1.Etichettatura, la madre di tutte le battaglie. Chi ci sta a confermare le norme sulla etichettatura del latte, del grano, della pasta, del riso, dei derivati del pomodoro e ad estendere l’origine in etichetta a tutti i prodotti? Chi ci sta ad opporsi con forza ad un provvedimento europeo che tende a cancellare quanto abbiamo fatto di buono in Italia?
2.Il Ministero del cibo. Chi ci sta a creare un Ministero unico che sovraintenda alle politiche del cibo, a partire dai produttori agricoli per arrivare ai trasformatori, ai distributori e ai consumatori mettendo insieme competenze agricole (ora in capo al ministro dell’agricoltura) e agroalimentari (ora in capo al ministro dello sviluppo economico)? A nessuno sfugge quali potrebbero essere le straordinarie conseguenze di tale accorpamento. C’è in Francia. Facciamolo anche da noi.
3.La semplificazione. Chi ci sta ad investire su chi – come i Centri di assistenza agricoli – può velocizzare i tempi nelle istruttorie e nei processi di autorizzazione delle pratiche agricole, lasciando allo Stato i controlli? Senza questa rivoluzione la burocrazia lenta e pasticciona continuerà ad essere il grande avversario dello sviluppo.
4.Via il segreto sulle importazioni. Chi ci sta a togliere il segreto che oggi impedisce agli italiani di sapere da dove arrivano e dove vanno a finire i prodotti agricoli importati per essere poi trasformati e portati sulle nostre tavole? Dalle pesche che riempiono i mercati proprio nel periodo di raccolta, al grano pieno di glifosato durante la trebbiatura. Chi è d’accordo ad istituire un Garante che controlli l’andamento dei prezzi dei prodotti agricoli per evitare speculazioni?
5.La legge sui reati agroalimentari. Chi pecca contro il cibo pecca contro i nostri figli. I reati sul cibo colpiscono la persona, la sua salute. Chi ci sta a colpire duramente questi reati, come indicava il disegno di legge della vecchia legislatura?
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