Antonella Boralevi stende il Red Carpet davanti al Gruppo di Lettura Carmagnola
CARMAGNOLA – Immaginatevi una lancia veneziana tutta legno e vetri panoramici che accosta alla banchina su cui si affaccia un antico albergo dove il lusso è la regola. Al suo interno soggiornano petrolieri texani con lo Stetson in testa (il famoso cappello da cow-boy), palestrati modelli norvegesi con i muscoli che sembrano scolpiti da Michelangelo, e si mescolano con emiri mediorientali e donne bellissime quali principesse giapponesi in kimono e donne arabe che non riescono a nascondere la loro opulenza sotto il burqa. È il mondo dell’hotel Excelsior, porta di accesso al Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, che ospita la Mostra Internazionale di Arte Cinematografica che assegna il Leone d’Oro, premio ambito da registi e attori di tutto il mondo, che sfilano orgogliosi sul tappeto rosso, il red carpet, della mostra.
Questa atmosfera da sogno ha permeato per una sera la Sala Monviso della Cascina Vigna di Carmagnola, portata da Antonella Boralevi, giornalista e scrittrice, ospite mercoledì 25 settembre della tradizionale apericena mensile del Gruppo di Lettura Carmagnola.
La scrittrice fiorentina ha presentato così il suo ventunesimo libro, “Chiedi alla notte” che si svolge nell’arco di cinque giorni in occasione del Festival del Cinema 2018, avendo per protagonista (e vittima) la vincitrice nella finzione del Leone d’Oro: Vivi Wilson. “Di solito gli autori dicono di scrivere per il pubblico, a volte per se stessi. Io semplicemente scrivo per portare i lettori in un mondo splendido e fantastico, che vive sotto i riflettori di mille luci, circondati dai flash di fotografi che provengono da tutto il mondo. Che però soffre di contraddizioni fortissime con personaggi che sono ambivalenti e che si nascondono, come fanno tutti e non solo le persone importanti, dietro una maschera di pietra. Nessuno è realmente quello che ci mostra, perché l’immagine esterna è ciò che gli permette di farsi apprezzare di più o di non dover mostrare i suoi lati oscuri”.
E Antonella Boralevi descrive benissimo questo mondo del cinema stellare, perché il passaggio sul red carpet, sfilata che non è riservata solamente agli attori, registi e produttori, ma a tutti i fortunati invitati ad assistere alle proiezioni dentro il Palazzo del Cinema di Venezia, lei lo ha vissuto più e più volte, incontrando attori e attrici protagonisti sui rotocalchi di tutto il mondo. Ma anche personaggi celebri nel mondo della politica, come Hillary Clinton, dell’industria e della tecnologia quale Steve Jobs, ma soprattutto registi dai nomi di Steven Spielberg o Woody Allen (ma solo per citarne alcuni).
Nei libri della Boralevi, però, non esiste solo il mondo tutto lustrini e paillettes sotto i riflettori del cinema, ma vive anche un mondo oscuro che trasforma la regina del Festival di Venezia in un mucchietto di stracci gettato malamente sulla spiaggia del Lido di Venezia. Assassinata. Un mondo di sentimenti oscuri, cupi e inaccessibili che hanno permesso a un critico di definire l’ultima opera della Boralevi “un viaggio di una grande narratrice nel buio più profondo”.
E ciò è possibile perché Antonella Boralevi conosce perfettamente l’animo umano, lo osserva, lo esplora in ogni sua piega, per poi restituirlo al lettore in pagine emozionanti; un lettore che verrà rapito dalle parole non riuscendo più a fermarsi prima di aver scoperto la parola fine.
“I lettori devono ritrovarsi nelle parole dei romanzi” afferma la Boralevi “deve essere parte del romanzo, e ciò avviene solo se la storia lo coinvolge integralmente” ha sottolineato la scrittrice che per il suo stile e soprattutto per la costruzione dei suoi libri è stata paragonata a Stephen King o al grande Georges Simenon; che ha concluso la serata con la tradizionale cerimonia del firma-copie del suo libro. Celebrata però in modo assolutamente diverso dal solito, evitando la frase stereotipata che tutti gli autori usano per autografare la terza pagina, ma guardando negli occhi chi aveva di fronte per alcuni secondi, creare empatia e poi scrivere la dedica. Così personale che nessuno l’ha voluta rivelare.
Prossimo Aperilibro: Francesca Corrado “Elogio del fallimento”
Sbagliando, s’impara. Quante volte ce l’hanno ripetuto da bambini? È così che abbiamo mosso i primi passi, che abbiamo iniziato a parlare e ad andare in bicicletta. Eppure da adulti tendiamo a considerare l’errore come un vicolo cieco e a vivere il fallimento con ansia e frustrazione. E se il vero errore fosse pensare alla nostra vita come a un percorso piatto, senza ostacoli? Se riuscissimo ad accettare che gli errori non sono deviazioni, ma parti integranti del nostro percorso? Se cambiassimo punto di vista e vedessimo che quello che ci ha fatto tanto male ieri, oggi ci ha portato su una buona strada? Francesca Corrado ha vissuto in prima persona una serie di cadute che, a suo tempo, ha considerato dei fallimenti. Ma è riuscita a rialzarsi, a rivalutare le sue esperienze e a sfruttare le novità nella sua vita, traendone vantaggi e imparando lezioni importanti. E, con un team d’eccezione fatto di psicologi e neuroscienziati, ha fondato una scuola di fallimento. Con i suoi corsi sta aiutando studenti, lavoratori, manager, ma anche cuori infranti e persone che si sentono schiacciate dal peso di una sconfitta. In questo libro riporta le sue lezioni per insegnarci che occorre accettare l’errore come elemento essenziale per la scoperta di sé, dei propri limiti e dei propri talenti. In un percorso semplice e pratico, scopriamo come accettare gli sbagli, sdrammatizzarli e usarli a nostro favore. Un metodo dall’impatto immediato, in grado di aiutarci a cambiare mentalità e ad accogliere l’errore. Prefazione di Ivan Mazzoleni, postfazione di Enzo Baglieri.
Mercoledì 30 ottobre 2019, ore 19.30 – Trattoria della Vigna, Carmagnola tel. 392 59.38.504
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