Orlando Perera si svela all’Aperilibro. Tanto pubblico e interesse per il giornalista smbolo del TG3 Piemonte
E’ toccato al giornalista Orlando Perera, storico volto e voce del TG Regionale del Piemonte, aprire la stagione autunnale 2019 degli “Aperilibro del Gruppo di Lettura Carmagnola”, che ha spostato la sua serata di incontro dall’ultimo giovedì del mese al mercoledì precedente, mantenendo invariata la sede della Trattoria della Vigna. Perera ha presentato il suo libro “Gentili telespettatori del Piemonte – Cinque decenni di telegiornali e varia umanità” che percorre i settant’anni di vita dell’uomo Perera e il mezzo secolo di professione giornalistica. Classe 1949, genovese di nascita e alessandrino di adozione, Perera festeggia quest’anno il suo primo articolo pubblicato nel 1969 sul quotidiano genovese “Il Secolo XIX”, nel quale si racconta la vicenda più comica che tragica della signora Encilla Tridella, precipitata con il pavimento della sua cucina nel negozio sottostante. Un articolo pubblicato con tanto di sigla in calce e… pagato dal giornale. Il libro viaggia dall’attività di garzone di bottega, al primo successo giornalistico, con il necrologio del cane Topi, mascotte della Caserma Ignazio Vian del Battaglione Saluzzo, ai giornali radio prima e telegiornali poi, fino al traguardo della pensione e la libertà di scrivere senza vincoli di spazio e contenuti sulla pagina del proprio blog, mantenendo sempre lo stesso stile e sobrietà di quando lavorava per la RAI, fosse la sede torinese di Via Verdi o nazionale di Saxa Rubra a Roma.
Perché “Gentili telespettatori del Piemonte” (questo il titolo del libro ripreso dalla formula con la quale Perera salutava i suoi telespettatori, evoluta dalla precedente “Gentili spettatori piemontesi” formula che non piaceva a chi risiedeva in Piemonte, ma piemontese non era) è una passeggiata di 200 pagine attraverso la storia dell’Italia e di Torino in particolare, nella quale ognuno di noi può fare tappa nel capitolo (tutti molto brevi come necessitano gli articoli dei TG) che preferisce o che accende i ricordi più vivi e intensi, dalla “Marcia dei 40.000” ai processi alle Brigate Rosse, alla tragedia dello Statuto ai disastri dell’alluvione del 1994. Non semplice arida cronaca, ma pennellate di realismo inserite in un racconto che per forza di cose è succinto come i tirannici tempi televisivi richiedono.
La sezione dove Perera entra maggiormente in gioco è quella dedicata alla cultura con gli entusiasmi che trapelano per il torinese Salone del Libro, la meraviglia per i festival musicali di Salisburgo e le grandi produzioni liriche del rinato Teatro Regio di Torino e teatrali che hanno coinvolto Torino nei decenni scorsi. Un volo planato di mezzo secolo di un personaggio che ha conosciuto Fidel Castro, Muhammad Ali (Cassius Clay nei primi anni della sua vita), Gianni Agnelli (per citare solo quelli che lo hanno affascinato maggiormente), i grandi direttori di orchestra, i grandi registi, i direttori di musei, la gente comune oltre ai politici (cui viene dedicata solo qualche parola senza che si infilino ad inquinare il lavoro di Perera) e che dopo cinquant’anni di giornalismo si pone la domanda quasi scontata di dove stia andando la professione e quale futuro abbia nell’era di Facebook e del digitale. Ma più semplicemente Perera si chiede dove va la nostra Società e quale si sia il suo futuro. E su questo tema ha vissuto la serata di mercoledì 28 agosto in un frizzante ed anche ironico scambio di idee e parola con gli spettatori nella gremita sala “Monviso” della Vigna dopo la tradizionale apericena; particolarmente apprezzata da Perera che oltre ad essere un raffinato giornalista, uomo di cultura di spessore, è anche un appassionato di buona tavola, che non evita di mettersi in gioco ai fornelli.
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