A”Letti di Notte” di Carmagnola il viso sorridente di Federica Angeli mostra il volto del coraggio
Della vicenda umana e professionale di Federica Angeli sappiamo tutto. Grazie al suo libro “A mano disarmata” (e mai titolo è più aderente alla vicenda), alla sua traduzione cinematografica e ai numerosi articoli giornalistici scritti dalla stessa Angeli, dei 1700 giorni (ormai sono quasi 2200) vissuti sotto scorta dalla giornalista romana è stato raccontato praticamente tutto. Quello di importante e sconosciuto che è però emerso nell’incontro con il pubblico di Letti di Notte alla Cascina Vigna di Carmagnola di ieri notta è la figura della Angeli, con le sue paure e la sua normalità. La giornalista in forza a Repubblica è innanzitutto una madre, una moglie, una professionista, ma soprattutto una cittadina con un senso civico estremamente limpido; che la porta a non derogare mai, a non scendere a compromessi né con il prossimo né con se stessa. E tutto ciò lo spiega chiaramente quando parla dell’episodio che ha sicuramente cambiato la sua vita, ovvero la denunzia di una sparatoria cui ha assistito dal balcone di casa sua in una notte di luglio del 2013. Quando il mattino successivo il marito la invita a non procedere alla testimonianza nella caserma dei carabinieri per preservare la salubrità e la stessa vita dei figli (che in quel momento avevano otto, sei e quattro anni) Federica Angeli risponde: “Scelgo di non stare a queste regole (di omertà) perché sono una madre”.
In questa frase sta tutta la filosofia di vita della reporter di Anzio. Combattere per avere un mondo migliore, un mondo che si cambia con il piccolo passo quotidiano, ma costante e senza mai abbassare la testa. “Cosa dirò a mio figlio se tornerà a casa fra dieci anni con un proiettile in una gamba? Lascia stare, in fondo che vuoi che sia una pallottola in una gamba…” e se la pallottola invece di essere nella gamba fosse in testa?
Domande che dovrebbero spingere ogni madre, ogni padre, ma anche ogni cittadino a compiere quei gesti per rendere migliore non il mondo intero, ma il proprio quartiere. “Tocca alla gente normale rialzare la testa”
Certo non è facile. Il coraggio di Federica Angeli non è merce spicciola. E non c’è solo la paura di quanto può accadere a te o ai propri cari, siano figli, sia il marito. C’è il disagio di vivere sotto scorta, che significa una dolorosa amputazione della libertà, a cominciare dal fatto di non poter più stendere i propri panni sul proprio balcone, che sembra una banalità, una piccola limitazione (in realtà è solo un’esemplificazione delle rinunce che si debbano affrontare nella vita sotto scorta). Che diventa però così limitante al punto che Federica Angeli ricorda perfettamente l’ultimo viaggio compiuto da sola in macchina con il marito, il 16 luglio 2013, situazione che da quasi sei anni non le è permesso ripetere. La condanna a una vita da “reclusa” che non ha una scadenza certa, che può durare praticamente all’infinito. Una condanna che però non è riuscita a spegnere la volontà di sorriso di Federica Angeli (“prima di uscire di casa, soprattutto nei momenti più difficili, quando tutti erano contro di me, mi truccavo e inalberavo un sorriso, perché cancellare il mio sorriso sarebbe stata una vittoria dei mafiosi che mi volevano morta”), che non ha mai intaccato la filosofia di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto.
Una serata, quella di ieri sera, sabato 15 giugno, che ha chiuso nel migliore dei modi la kermesse di Letti di Notte alla Cascina Vigna; una serata che dopo la lunghissima celebrazione del firma-copie finale, cui la scrittrice si è prestata con gioia riservando a tutti una dedica personalizzata, ha avuto un’appendice di eccezione con la proiezione alle 23.30 al Cinema Elios del film “A mano disarmata” del regista Claudio Bonivento con Claudia Gerini che interpreta Federica Angeli, uscito nelle sale italiane giusto dieci giorni fa. E miglior conclusione dell’edizione 2019 di Letti di Notte non poteva esserci.
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