CRONACA – La finanza di Torino sequestra abbigliamento scadente ma spacciato di pregio
Oltre 20.000 capi d’abbigliamento falsamente etichettati come filati di pregio e più di 125.000 etichette ed imballi mendaci pronti per un’ulteriore ed importante illecita produzione. Circa 170.000 euro nascosti all’interno di alcune fodere dei cappotti stoccati in un magazzino di proprietà di uno degli imprenditori coinvolti la cui provenienza è al vaglio degli inquirenti. Questi i risultati dei sequestri eseguiti nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torino.
“Puro Lino” questa è l’etichetta riportata su abiti da donna pronti per essere immessi in commercio ma il tessuto era composto in buona percentuale da filato acrilico e poliammide. I “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego di Torino, insospettiti dai prezzi troppo convenienti di alcuni capi di abbigliamento di pregio in vendita in un negozio del capoluogo Piemontese, hanno iniziato gli accertamenti, supportati dalle analisi scientifiche effettuate dal Laboratorio Chimico “BuzziLab di Prato”. Gli esiti hanno confermato i sospetti dei Finanzieri svelando la reale composizione dei tessuti spacciati per “Puro Lino” con tanto di etichetta e claims tipici della sartoria toscana con richiami al Fiume Arno, simbolo geografico della regione.
Le successive indagini hanno portato all’individuazione degli importatori della merce fasulla con depositi in Prato punto nevralgico sede di grandi aziende importatrici gestite da imprenditori cinesi. Tra il materiale sequestrato anche 7 apparecchiature industriali destinate all’illecito confezionamento di capi d’abbigliamento, 2 macchinette conta soldi professionali, un milione di metri di filato per la rifinitura sui vestiti con indicazioni merceologiche mendaci. Tre gli imprenditori di origine cinese denunciati alla Procura della Repubblica per frode in commercio, reati contro l’industria ed il commercio, contraffazione marchi e ricettazione.
Duplice la finalità dell’operazione della Guardia di Finanza di Torino che, oltre ad arginare un fenomeno distorsivo del mercato, vedrà la merce sequestrata devoluta ad enti caritatevoli per la successiva consegna a persona bisognose.
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