Aperilibro del Gruppo di lettura di Carmagnola: Paolo Zardi, “Tutto il male finché dura” non vien per nuocere
CARMAGNOLA – Ultimo appuntamento dell’anno con l’autore per il circolo bibliofilo carmagnolese che ospita lo scrittore padovano, personaggio che sotto l’aspetto mite e serioso (esattamente il contrario del protagonista del suo libro) racconta come è nata questa storia e perché sia così diversa da “XXI Secolo” il suo libro precedente. E chissà se mentre scriveva la sua ultima fatica (tutta scritta rigorosamente solo in treno) Paolo Zardi pensava al vecchio detto “Non tutto il male vien per nuocere”? Probabilmente no, perché l’ingegnere scrittore padovano, per questo libro, aveva in mente e nei suoi appunti un titolo diverso che non ha superato il buonismo dell’editore. Per fortuna, perché il politicamente scorretto protagonista avrebbe avuto un’etichetta troppo ingiusta. Ma il primattore è veramente politicamente scorretto? Forse per gli edulcorati canoni della letteratura del XXI secolo sì, ma è il giusto personaggio di una commedia graffiante ed avvincente come solo le rappresentazioni teatrali di Oscar Wilde sanno essere, incappando (sempre contro la sua volontà, ma che il suo modo di vivere a reso inevitabili) in situazioni che potrebbero essere tragiche se non fossero scritte in modo esilarante da Paolo Zardi e non fossero affrontate dal personaggio principale con un tratto infantile che è tanto incredibile da sembrare vero.
Perché “Tutto il male finché dura” è una commedia metropolitana in una Milano proiettata nel presente, con i suoi quartieri, i suoi personaggi che si muovono fra palazzoni immensi, periferie disastrate e centri commerciali luccicanti di cristallo e acciaio: personaggi che si incontrano e si sfuggono guidati dalla forza creatrice della metropoli, che nella sua immensità lì fa incontrare proprio al momento giusto (o decisamente sbagliato, ma utile alla trama) proprio come accade nei romanzi di Charles Dickens (autore amato e preferito da Zardi) in cui erano le strade di Londra a mettere faccia a faccia i protagonisti, come in questo caso Milano è la grande tessitrice della trama, ricca di colpi di scena e cambi di palcoscenico della storia.
Una storia che ha del surreale, con una moglie lasciata e ripresa che è l’esatto opposto del protagonista (di cui non conosciamo il nome ma sappiamo che ha mille biglietti da visita con nomi e professioni diverse al punto da poter esser il nessuno e il centomila di Pirandello) con la sua capacità tutta femminile di sopravvivere nella strigata povertà, senza scivolare nel patetico e senza farsi coinvolgere nelle deluse fantasie delle amiche cinquantenni che si ritrovano per una pizza e non sanno parlare d’altro che delle loro delusioni e di quanto siano ingrassate. È anche una madre perfetta di due ragazzine più che perfette che nella loro perfezione instillano il dubbio nel personaggio principale che non siano sue figlie, tanto sono intelligenti e soprattutto rispettose del mondo che le circonda.
E poi i social-network, con i loro algoritmi sconosciuti e forse inesistenti che promettono (come nella realtà) di farci incontrare la persona perfetta e assolutamente aderente alle nostre (perverse) fantasie. E non mancano le regine del sesso, i politici perennemente in ritardo affiancati da body-guard con gli auricolari nelle orecchie; politici che non arrivano mai all’appuntamento e hanno sempre qualcuno che li scusa per la loro superficialità. Tutte cose conosciute e già lette mille e mille volte, ma mai assemblate assieme con l’ironia elegante di Zardi che ci porta nelle situazioni più sordide e volgari attraversandole in punta di penna al punto che se proprio non solidarizziamo con il protagonista (e meno che mai lo giustifichiamo) ne seguiamo le vicende con quel sorriso sulle labbra che la lettura del libro ci offre.
“Dopo aver creato un personaggio assolutamente buono e positivo in XXI Secolo, il mio precedente romanzo, ho voluto ribaltare completamente la situazione” ha raccontato Paolo Zardi giovedì scorso alla Cascina Vigna incontrando all’apericena il Gruppo di Lettura Carmagnola, risultando una persona assolutamente dissimile dal suo personaggio e che proprio (forse) da questa sua disuguaglianza trae lo spunto per plasmare un protagonista così antitetico e alla fine sorprendente. Un romanzo, questo, difficile da tratteggiare se non si vuol cadere nella banale descrizione della trama, che c’è, è forte e coinvolgente, ma passa in secondo piano rispetto ai numerosi siparietti che pagina dopo pagina, vengono proposti sul palcoscenico della narrazione.
Un romanzo gradevolissimo ed adatto alle giornate un po’ grigie delle feste natalizie, perché si legge con entusiasmo e coinvolgimento. Un romanzo che lo si può tranquillamente regalare anche alla propria moglie, avendo solo l’accortezza di vergare una piccola dedica “Amore, pensa che fortuna che hai avuto ad incontrare me e non uomo così” anche se il finale…. be’, bisogna leggerlo.
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