Confindustria: la fiducia nella crescita futura è raffreddato
La sfera di cristallo per indovinare il futuro non esiste. Tuttavia il cielo potrebbe essere meno blu di quanto si vorrebbe, a giudicare dall’ultima indagine di Confindustria Piemonte su 879 aziende, concentrata sull’ultimo trimestre del 2018 e portata a compimento da Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit.
Il dato che balza subito agli occhi è il generale raffreddamento del clima di fiducia, che consolida un trend riscontrato già a giugno di quest’anno, ma con un distinguo tra area manifatturiera e servizi: “Nel manifatturiero le aspettative peggiorano pur restando moderatamente positive; nei servizi, invece, gran parte degli indicatori si irrobustiscono rispetto a giugno”, si spiega nella presentazione della rilevazione.
Diverse le reazioni anche su base territoriale: se Asti, Biella e Canavese appaiono più ottimiste, Novara e Verbania segnano un deciso pollice verso. Torino, Cuneo e Vercelli restano in attesa, registrando un balzo in avanti delle imprese di servizi.
Da segnalare il peggioramento sulle attese della produzione, scese del 3% rispetto al precedente trimestre, ripercuotendosi anche sull’occupazione.
Le indicazioni più favorevoli provengono dalla meccatronica e della manifattura; decisamente negative le aspettative per l’edilizia.
Commenta il presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli: “La cronaca ci impone di pesare questi dati con grande cautela per l’estrema fluidità del quadro politico ed economico nel quale si posiziona il nostro Paese. A livello internazionale per il succedersi di dazi, spinte protezionistiche, e il crescendo di scontro politico all’interno dell’Unione europea con l’approssimarsi della scadenza elettorale; a livello italiano e locale per le turbolenze innescate dal Documento di Economia e Finanza che stanno portando a una forte instabilità dei Mercati e all’aumento dello spread. Per quanto riguarda la nostra regione, ulteriori margini di incertezza derivano dall’assenza di una proposizione chiara sul futuro dei cantieri per la Torino – Lione e il Terzo Valico come dalle ancora indefinite prospettive dell’automotive e degli stabilimenti piemontesi”.
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