A tu per tu con il pugile Lucian Danilencu, il campione che ha fatto di Moncalieri il quartier generale della sua «factory» di nuove promesse
MONCALIERI – E’ un lottatore che ha iniziato a frequentare il ring senza guanti, quando ancora era ragazzino nella sua Romania e gli sport di contatto erano davvero per i più duri. Oggi è a Moncalieri il campionissimo Lucian Danilencu, 42enne patron della Ultimate Arena di borgo San Pietro, autentica fucina di talenti che già lo scorso ottobre ha ospitato un evento di alto livello di pugilato che ha fatto accendere i riflettori sulla nostra città. Ma del resto basta il suo nome ad attirate l’attenzione degli appassionati del genere. Danilencu infatti ottenne nel 2010 il titolo mondiale dei pesi massimi Kombat League. Nella stagione successiva risultò invece campione europeo WKN (World Kickboxing Network), tanto per citare alcuni dei suoi piazzamenti in carriera. E ora che è a tutti gli effetti un personaggio nostrano “il Mercoledì” è andato a conoscerlo, anche perché prima di arrivare a tutto questo Lucian ha dovuto affrontare una lunga e a tratti dolorosa gavetta, che contrariamente a quanto si potrebbe pensare per lui non rappresenta un ricordo amaro, anzi è un prezioso tesoro da conservare nella memoria perché è anche grazie ai quei tempi difficili che è diventato la persona di oggi. Proiettiamoci allora a Tulcea, nella sua natia Romania, quando appena quindicenne iniziò a combattere. “Esatto! – racconta – E fu un esordio difficoltoso perché si praticava una sorta di full contact karate senza la minima protezione, basta sapere che non avevamo nemmeno i guanti. Del resto il materiale scarseggiava anche perché non c’erano i fondi ma la volontà era tanta, la stessa che a 19 anni mi ha portato qui, nell’area di Torino, dove gradatamente sono passato al pugilato. Inizialmente pensavo di restare in Italia solamente un paio di anni, ma poi il desiderio di riuscire a realizzarmi, sia dal punto di vista professionale che finanziario, mi ha portato a restare, anche facendo più lavori nell’arco della giornata, tipo istruttore di nuoto mattino e pomeriggio e poi addetto alla sicurezza nei locali notturni. Si dormiva davvero molto poco”. Ma poi è arrivata la ripresa dell’attività agonistica, finalmente. “Già, correva il 2005 quando ricominciai nella fila della «K1», egida che racchiude praticamente tutte le discipline legate al combattimento. Anche in questo caso la strada fu irta di difficoltà ma dal 2010 in poi arrivarono i risultati importanti”. E ora parliamo di «Ultimate Arena», il quartier generale di via Bellini dove Lucian allena i suoi ragazzi. “La struttura risale agli anni ’90, inizialmente era una palestra di danza e successivamente venne destinata alle arti marziali. Una presenza storica per il quartiere che ora vede noi dal 2023, anno in cui terminati i lavori di ristrutturazione abbiamo iniziato ad operare. Tra gli atleti che sono ormai fissi nella nostra palestra ritengo di avere dei talenti, ma prima di tutto desideravo dare vita ad un centro che fosse un punto di riferimento per la preparazione tecnica e agonistica e, al tempo stesso, un luogo in cui fosse possibile allenarsi in modo polivalente, il più possibile inclusivo. Non a caso abbiamo iscritti di varie nazionalità che convivono tranquillamente nella nostra palestra. E questo secondo me è molto bello”. E conclude: “e poi nessuna della nostre discipline porta ad essere aggressivi, anzi è il contrario. Contrariamente a quello che può essere il pensiero comune qui pratichiamo autocontrollo e disciplina. Ovvio che nel caso in cui occorra difendersi da una eventuale aggressione quello che si apprende sul ring può tornare utile, ma la violenza gratuita da noi non è assolutamente di casa. E nemmeno pensiamo che questo sia un mondo unicamente maschile: abbiamo tantissime ragazze che frequentano la Ultimate Arena”.
Ultimissime battute per le discipline praticate all’«Arena» moncalierese: : boxe muay thai, k1, kickboxe mma, bodybuilding allenamento funzionale, crossfit e preparazione atletica.