SANITÀ – Nursind denuncia nuova carenza di infermieri
“Dai dati visualizzati in data odierna, in occasione del previsto incontro sull’osservatorio regionale, dati che non ci sono stati forniti preventivamente per una approfondita analisi, emerge che siamo, su scala regionale, a circa il 30% dell’obbiettivo delle assunzioni previste entro la fine del 2024 per quanto riguarda gli infermieri, focus principale di questo tavolo”. Lo spiega Nursind in una nota che mette nuovamente in primo piano il problema della carenza di infermieri.
“Un dato che non ci soddisfa – aggiunge Nursind -, e che difficilmente ci porterà al raggiungimento dell’obbiettivo entro fine anno, tenuto anche conto che le assunzioni relative all’accordo sull’osservatorio regionale, devono essere aggiuntive al turn over ed essere a tempo indeterminato. Non sappiamo inoltre se all’interno di questo dato siano comprese le reinternalizzazioni che non sono da considerarsi aggiuntive.
L’incontro odierno, in considerazione della metodologia utilizzata, non ci ha permesso di confrontarci in modo analitico e soprattutto verificare anche le situazioni e le criticità aziende per azienda, nel sottolinearlo, abbiamo chiesto di procedere ad incontri e audit non generalizzati. Abbiamo inoltre evidenziato come in Piemonte mancano all’appello 6000 infermieri, dato che tra l’altro ha confermato lo stesso assessore in una recente intervista.
La domanda è, a fronte di tre fattori numerici che non sono confortanti ( l’abbassamento costante del numero di giovani che si iscrivono ai corsi di laurea di infermieristica, la crescente fuga all’estero e verso il privato, l’avvicinarsi di una gobba pensionistica che porterà via qualche altro migliaio di infermieri al sistema sanitario regionale ) cosa si intende fare?, qual’è la strategia ?
Dati preoccupanti che se sommati ai numeri dell’attuale carenza diventano allarmanti.
Abbiamo pertanto ribadito la necessità di aprire un tavolo o una unità di crisi per attuare interventi e prevedere azioni immediate per rendere attrattiva la professione e valorizzarla attraverso politiche incentivanti ma non solo, Abbiamo riscontrato apertura a tale proposito da parte dell’assessore che ci auguriamo si traduca in fatti.
Gli infermieri dall’india non sono certo la soluzione che la categoria si aspetta”.
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