NICHELINO – A Stupinigi si rinnova il legame con Napoleone
Nella loro storia plurisecolare le residenze sabaude hanno incrociato anche la storia di Napoleone. Il Piemonte, infatti, fu conquistato dalla Francia nel 1798, cui venne poi formalmente annesso nel 1802. Dal 1804 al 1814 divenne quindi parte dell’Impero e il Palazzo Reale di Torino, la Palazzina di Caccia di Stupinigi e Villa della Regina divennero residenze imperiali.
In occasione del ritorno alla Palazzina di Caccia di Stupinigi della Carrozza di Napoleone restaurata, giovedì 17 ottobre alle ore 16 è in programma una visita guidata a cura di Alessia Giorda che si focalizzerà sul legame tra Napoleone e il Piemonte, mentre la conferenza a seguire di Paolo Palumbo dal titolo “Una nuova corte per Torino: Camillo Borghese, il cerimoniale imperiale e Stupinigi (1808-1814)” racconterà la storia del consorte di Paolina Bonaparte e del cerimoniale imperiale di Stupinigi.
Dopo anni in cui il Piemonte – ormai parte dell’impero francese – fu amministrato da governatori militari, nel 1807 Napoleone decise di attribuire al governatorato la dignità imperiale. Il governatore diventava dunque una figura di alto rango nella gerarchia del nuovo Impero, occupando una posizione che gli conferiva il titolo di Altezza Imperiale. Per il Piemonte la scelta ricadde su Camillo Borghese, nobile romano, ma soprattutto consorte di Paolina Bonaparte, la più bella e capricciosa sorella di Napoleone. La coppia imperiale si trasferì dunque a Torino dove, a Palazzo Chiablese, si instaurò una nuova corte le cui cariche furono appannaggio di alcune delle famiglie nobili piemontesi più in vista. Per alcuni, ovviamente, si trattò di una scelta obbligata, ciò nondimeno la corte di Camillo rappresentò una nuova opportunità per riguadagnare prestigio e ripristinare quelle pratiche “curiali” che nei secoli passati fecero di Torino una delle corti più importanti d’Europa. Nel 1808, l’imperatore Napoleone approvò un nuovo cerimoniale, simile a quello in uso a Parigi. Ciambellani, paggi e scudieri ripopolarono così i palazzi torinesi dando vita ad un nuovo sfarzo capace di rivaleggiare con le altre corti sorte all’ombra dell’aquila imperiale. Parallelamente a Palazzo Chiablese, il seguito di Camillo amava trascorrere il tempo libero nella suntuosa Palazzina di Caccia di Stupinigi per la quale il governatore stesso organizzò un cerimoniale particolare in uso per l’organizzazione di feste, ma soprattutto per lo svolgersi delle battute di caccia.
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