GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE – Arpa racconta come sta il Piemonte a livello idrico
La Giornata Mondiale dell’Ambiente si celebra il 5 giugno di ogni anno dal 1972, in seguito alla Conferenza di Stoccolma e rappresenta il principale veicolo delle Nazioni Unite per incoraggiare la consapevolezza e l’azione a livello mondiale a favore dell’ambiente.
La giornata del 2024, si concentra sul ripristino del territorio, sulla desertificazione e sulla resilienza alla siccità (con lo slogan “La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration”) come elemento cruciale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, inclusi, tra gli altri, il contrasto al cambiamento climatico e la conservazione dell’acqua e della biodiversità.
Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione, fino al 40% del territorio del pianeta è degradato, colpendo direttamente metà della popolazione mondiale e minacciando circa la metà del PIL globale (44 trilioni di dollari). Il numero e la durata dei periodi di siccità sono aumentati del 29% dal 2000: senza un’azione urgente, entro il 2050 la siccità potrebbe colpire oltre tre quarti della popolazione mondiale.
I dati del Piemonte nel 2024 sulla risorsa idrica
Dove è finita l’estate? Ecco la domanda che molti piemontesi si stanno facendo in questi giorni, probabilmente sopresi dal fatto che questo maggio 2024 sia assomigliato più ad un normale mese primaverile che ad un inizio di estate, magari torrida, come è capitato sempre più spesso in questi ultimi due decenni.
Già 10 giorni fa la primavera 2024 in Piemonte aveva battuto i record storici di piovosità degli ultimi 70 anni, e i temporali che si sono susseguiti nell’ultima decade del mese, hanno contribuito ad alimentare il primato.
Il bilancio totale misurato dalla rete di misurazione meteo-idrologica di Arpa Piemonte si è attestato su circa 605 mm medi sul bacino del Po chiuso a Ponte Becca, il doppio di quanto piove normalmente in primavera e il 60% di quanto precipita in totale in un anno, superando il precedente primato della primavera 1977 (546 mm medi) e di quella più recente del 2013 (530 mm).
Va ricordato che nella primavera 1977 il Piemonte ed in particolare le valli Chisone, Germanasca e Pellice furono devastate da un evento alluvionale che contribuì in modo importante al totale complessivo, mentre quest’anno, come nel 2013, le piogge sono state più continue.
Infatti, le giornate di “pioggia significativa”, ovvero quelle cui la media regionale è stata maggiore di 5 mm, sono state complessivamente 35, ovvero il 40% del tempo utile, il doppio di quanto osserviamo in una primavera “normale”. Nel periodo 25 stazioni meteorologiche di Arpa Piemonte hanno superato il loro record giornaliero di precipitazione.
Non ha fatto eccezione nemmeno il mese di maggio appena trascorso, nel quale le piogge osservate sono state quasi il doppio (+88%) della norma climatica del periodo, distribuite in modo abbastanza omogeneo sul territorio regionale e con le anomalie positive più importanti tra Biellese, Torinese ed Alessandrino (+120%). Nel corso del mese, le giornate di “precipitazione significativa” sono state una su due, contro una norma climatica di un giorno su quattro.
Durante il mese 7 stazioni della rete di Arpa Piemonte hanno superato il loro record di precipitazione in 24 ore (in provincia di Novara, Cerano, Nebbiuno, Paruzzaro, Novara, Cameri, nell’astigiano a Castell’alfero e in provincia di Torino a Piamprato).
Grazie a questa primavera da record, la pioggia cumulata media sul Piemonte da inizio 2024 è il doppio (+105%) rispetto alla media del periodo nel trentennio di riferimento climatico 1991-2020, tanto che i quantitativi cumulati a fine primavera (750 mm) sono gli stessi che normalmente si osservano alla fine della seconda decade di ottobre.
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