REGIONE – Sicurezza sul lavoro: i sindacati denunciano tagli e mancanze di strategie nazionali
“Bisogna avviare tutte le iniziative utili per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro: le morti ci portano indietro nel tempo, le istituzioni, i sindacati e i datori di lavoro devono fare un percorso unitario”. È quanto ribadito nella terza Commissione, presidente Claudio Leone, durante l’audizione delle organizzazioni sindacali, in merito all’indagine conoscitiva richiesta dall’Ufficio di presidenza del Consiglio. L’obiettivo è elaborare una programmazione delle politiche regionali per migliorare la prevenzione e diffondere la cultura della sicurezza sui posti di lavoro. Il termine per la conclusione dell’indagine è stato prorogato sino al prossimo 28 febbraio.
Secondo Francesco Lo Grasso (Uil Piemonte), il taglio dei tecnici Spresal e la mancanza di ispettori del lavoro non giova. Per le aziende sarebbero più efficaci un controllo ed una multa che non fare formazione e prevenzione. Nell’ambito degli appalti, ha poi spiegato la pericolosità delle offerte al massimo ribasso. Ha quindi auspicato la creazione di cabine di regia provinciali e regionali.
Fabrizio Ferraris (Cisl Piemonte) si è soffermato sulle malattie professionali: “Se per gli infortuni sul lavoro siamo in grado di definirne con buona approssimazione numeri e cause, per le malattie professionali, seppur rappresentino la principale causa di morte di tipo occupazionale sia in Europa sia nel nostro Paese, ancora molto deve essere fatto in termini di corretta quantificazione, ma anche sulla conoscenza delle cause che ne determinano l’insorgenza”.
Ogni anno in Italia sono denunciate all’Inail circa sessantamila malattie di origine professionale, circa la metà è rappresentato da malattie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, ma fra le patologie oggetto di denuncia un’attenzione particolare deve essere rivolta ai tumori di origine professionale.
Graziella Silipo (Cgil Piemonte) ha lamentato la mancanza di una strategia nazionale sul tema della sicurezza e della salute sul lavoro, in grado di avere sinergia e armonizzazione delle competenze. In riferimento ai dati sugli infortuni mortali si riscontra che la fascia d’età più colpita è quella dei 50-54 anni. Tra le cause principali che generano gli infortuni c’è la precarietà; bisogna poi prestare grande attenzione all’alternanza scuola-lavoro.
Salvatore Orifici (Usai, federazione sindacati indipendenti) ha aggiunto: “Questo è un tema da decenni fermo con le quattro frecce, visto che i dati praticamente restano immutati”. Ha poi chiesto di ragionare attentamente sui fabbisogni del personale, della prevenzione e della formazione. È stato anche chiesto alla Regione un ruolo di raccordo con l’autorità giudiziaria.
Condividi