CARMAGNOLA – CAI e Pro Natura scalano il «Buco di Viso» con Sergio Beccio
Serata alpina e naturalistica (promossa da CAI e Pro Natura), venerdì 20 ottobre, quando nella Sala Solavaggione della biblioteca Rayneri-Berti di Carmagnola è stato presentato il libro “Il Buco di Viso – Per orizzonte le Alpi, per confine il cielo”. Un volume di 120 pagine, edito da Fusta editore (prezzo 25€) riccamente illustrato che non solo racconta la storia di questo primo traforo alpino, scavato con pala e piccone sul finire del XV Secolo, ma anche il significato avuto dal Buco di Viso in questi cinque secoli, che spazia dal poter accedere ai mercati della Francia e della Provenza in particolare, sino a diventare un’attrazione turistica a partire dalla metà del XIX Secolo quando i versanti del Viso divennero non solo cerniera fra due popoli (che parlavano la stessa lingua, l’occitano) ma anche stimolo verso un turismo che stava nascendo proprio in quell’epoca.
Sergio Beccio da Paesana, studioso dei fiumi, dei monti e della gente delle vallate Occitane ha ripercorso attraverso numerose slide le pagine del libro, soffermandosi in modo particolare sui momenti storici e sui personaggi che hanno decretato l’importanza del Buco nei secoli, a partire dal marchese Ludovico II di Saluzzo, che intuì il suo valore socio-economico e lo volle fortemente, soffermandosi sul XX Secolo quando il Buco di Viso fu riaperto con una grande festa che nel 1907 unì gli Occitani di Italia e Francia, per arrivare alla cerimonia di inaugurazione dopo la messa in sicurezza del 2014.
Sergio Beccio ha voluto rimarcare l’importanza anche odierna del Buco di Viso, non più fatta di contrabbando di sale e commercio di merci, né di passaggi di genti in armi, ma focus di attrazione per un turismo naturale ed ecologico, senza dimenticare il messaggio che un traforo come il Buco di Viso deve trasmettere fatto di pace e unione dei popoli. Che in fondo parlano tutti la stessa lingua.
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