COLDIRETTI – ‘Usare i bacini idroelettrici delle valli torinesi per aiutare l’agricoltura’
Coldiretti Torino chiede che nei capitolati di gara per le concessioni dei grandi bacini idroelettrici delle valli torinesi venga introdotto l’obbligo di soccorso all’irrigazione nei momenti più critici.
La Regione Piemonte sta predisponendo le gare per il rinnovo delle concessioni di produzione energetica da grandi derivazioni idroelettriche come previsto dalla legge regionale del luglio 2022. Secondo Coldiretti Torino questa è un’occasione importante per introdurre il principio che l’acqua impiegata per scopi idroelettrici possa essere utilizzata per aiutare l’irrigazione quado si verificano situazioni di grave siccità, come è accaduto nell’estate del 2022. L’anno, scorso, infatti, Coldiretti Torino e Iren hanno raggiunto un accordo per il rilascio di 6 metri cubi al secondo di acqua dalla diga idroelettrica del lago di Ceresole Reale, acqua che ha consentito di alimentare i canali irrigui di pianura che non riuscivano più a derivare a causa dell’asciutta del torrente Orco. Questo soccorso irriguo ha permesso di portare a termine la maturazione dei raccolti per 5.500 agricoltori su 8.500 ettari terreni in Canavese.
«La Regione ha finalmente l’opportunità di applicare il principio dell’uso plurimo delle acque – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Non vogliamo scippare l’acqua a nessuno ma stabilire il principio che se l’acqua viene trattenuta a monte deve servire anche a valle per salvare la produzione di cibo. Del resto, nella gerarchia dell’uso della risorsa idrica al primo posto c’è l’utilizzo potabile ma al secondo posto c’è quello agricolo. Pensiamo che in base a questo principio, i concessionari idroelettrici possano venire incontro alle esigenze dell’agricoltura nel caso in cui, mentre le colture in piena coltivazione, nei punti di prelievo dei canali irrigui i fiumi risultino di portata insufficiente. In fin dei conti si tratta di condizioni che si possono verificare un paio di mesi l’anno quando sono in atto le fioriture del mais, la ricrescita dei prati a sfalcio e la maturazione della frutta».
I grandi bacini idroelettrici del Torinese sono presenti in alta valle Orco, valle di Viù sulla Stura di Lanzo e in valle di Susa. Sono gestiti da colossi come Iren ed Enel Green Power. Ma anche In val Chisone sono presenti bacini di media dimensione gestiti da altre società. Se tutti questi sbarramenti fornissero acqua in caso di mancanza di precipitazioni in pianura l’agricoltura torinese potrebbe garantire la fornitura di cibo anche in estati asciutte.
«Pensiamo che, nel rinnovo delle concessioni, non vadano solo prese in considerazione le compensazioni ambientali ed economiche per i comuni dove insistono i laghi artificiali ma che vadano tenute presenti tutte le esigenze di bacino ad iniziare, appunto, da quelle irrigue. Le nostre sono richieste di buon senso ma che non trovano ascolto in Regione. Crediamo che questa possa essere un’occasione importante a disposizione degli assessori regionali Marnati e Protopapa per difendere, con i fatti, l’agricoltura. Per questo chiediamo loro di convocare un tavolo urgente per esaminare le nostre proposte».
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