REGIONE – Le azioni in Piemonte contro l’emergenza idrica
“La risorsa idrica in Piemonte” il tema del convegno svoltosi l’1 e i 2 marzo presso l’International Training Centre di Torino su iniziatva della Regione-
La prima giornata
Riflettori puntati sulle strategie di gestione idrica in agricoltura e ai progetti innovativi con un confronto con quanto si sta facendo in Israele.
Aprendo i lavori in videocollegamento, il presidente della Regione Alberto Cirio ha sostenuto che “l’emergenza idrica è un problema serio ma ci sono gli strumenti per affrontarla: nel nuovo Programma di sviluppo rurale del Piemonte ci saranno 55 milioni per aiutare le aziende agricole a realizzare piccoli invasi, che dovranno salvaguardare l’ambiente e il paesaggio. Mettendo queste risorse abbiamo mosso i primi passi, ma come Regioni rivendichiamo un’attenzione forte e determinata dello Stato, perché è necessario azionare tempestivamente leve importanti”.
“Fino a pochi anni fa – ha rilevato Cirio – in Piemonte si facevano i convegni sulle alluvioni, tanti venivano da noi a imparare come gestire l’eccesso di acqua. Oggi la situazione si è invertita e dobbiamo imparare da chi ha già affrontato il problema come gestirne la scarsità. L’approccio che vogliamo è di tipo scientifico, guardando innanzitutto ai dati. Senza dimenticare che l’assenza di precipitazioni crea anche problemi di qualità dell’aria. L’agricoltore, che in Piemonte finora non si è mai dovuto preoccupare dell’acqua, ora dovrà occuparsene, ma non sarà lasciato solo. In montagna saranno costruiti nuovi bacini per il contenimento dell’acqua e abbiamo pianificato anche azioni di coinvolgimento del mondo agricolo”.
Il neo direttore generale dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) Secondo Barbero ha sostenuto che “il 2022 è stato per il Piemonte il peggiore anno sotto il profilo idrologico degli ultimi 65. Si sta determinando un depauperamento molto rapido delle falde e registriamo un calo del 60% dell’acqua immagazzinata nelle Alpi sotto forma di neve, oltre a una diminuzione del 10-15% dell’acqua nei fiumi”. Il Piemonte sta subendo un cambiamento climatico più netto rispetto a quanto avviene mediamente nel mondo. Guardando i dati degli ultimi 60 anni si registra infatti un aumento di quasi 2,5 gradi delle temperature massime e di circa 1,5 gradi delle minime, a fronte dell’aumento medio di circa 1 grado fatto registrare a livello globale. E gli scenari per il futuro sono ancora peggiori: a fine secolo ci potrà essere un uteriore aumento di 2 gradi della temperatura, nello scenario più ottimista, e di 5 gradi in quello scenario più pessimista.
Di qui l’assoluta necessità ribadita dai partecipanti di imparare ad usare meglio la risorsa acqua. Anche attraverso la cooperazione, come insegna Israele, il cui ambasciatore in Italia Alon Bar, in collegamento da Roma, ha riferito dell’importante collaborazione di Israele con i Paesi dell’area limitrofa per la desalinizzazione dell’acqua: “Israele, situato in una regione con scarse risorse idriche naturali, ridotte precipitazioni e temperature elevate, in 75 anni di storia ha accumulato conoscenze e sviluppato soluzioni all’avanguardia per la gestione della risorsa idrica, dal riciclo della acque reflue (90%) per fini agricoli e industriali, alla gestione delle perdite idriche, dalla dissalazione all’estrazione dell’acqua dall’aria. Desideriamo condividerle con voi e con il resto del mondo perché riteniamo che l’acqua possa e debba essere un tema di cooperazione, bilaterale, regionale e internazionale. Numerose città e aziende italiane ricorrono da tempo all’esperienza del nostro Paese”.
L’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa ha chiosato affermando che “l’importanza e qualifica dei relatori e i contenuti affrontati hanno confermato tante condivisioni sul percorso da avviare per ottenere risultati nel medio-lungo termine incoraggiando l’uso delle tecnologie e cercando di mantenere un principio di rispetto tra la disponibilità e il fabbisogno. L’obiettivo è metterci a confronto con tutti gli attori oggi coinvolti dall’emergenza siccità. Da un anno abbiamo lavorato per raccogliere dati, informazioni e le iniziative da portare ad un tavolo globale dedicato al tema”.
La seconda giornata
Trattati gli effetti sull’ambiente dei cambiamenti climatici ed i progetti innovativi della Regione per la gestione dell’acqua, mettendo al centro la strategia sui cambiamenti climatici, la situazione idrica in Piemonte, il ruolo delle Università sotto il profilo della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile e sotto l’aspetto delle possibili sinergie per la gestione dei nuovi estremi climatici.
“Gli effetti dei cambiamenti climatici sono in atto da tempo ma quelli ‘veri’ li abbiamo visti in modo più marcato l’anno scorso – ha esordito l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati – Quest’anno, anche con un po’ più di esperienza alle spalle, siamo partiti in anticipo per lavorare tutti insieme, settore agricolo, idroelettrico, ambientale, gli enti locali e gli stakeholders che si occupano della gestione dell’acqua potabile, per mettere a punto le strategie. Non possiamo più basarci solo sull’apporto che può dare la natura, occorre prepararci. Due sono le strategie: tutelare la risorsa evitando gli sprechi e stoccare l’acqua quando c’è. Grossi invasi sì ma anche tutte le altre infrastrutture che ci permetteranno di sostenere questi obiettivi. Fondamentale è dunque partire, avere un’idea progettuale ma soprattutto condividere risorse e strategie”.
Marnati ha poi dichiarato che “visto che tutti gli indicatori dimostrano che il Piemonte è la regione più penalizzata per quanto riguarda le precipitazioni, faremo presente al nuovo commissario straordinario per la siccità di dare priorità alla realizzazione degli invasi e delle infrastrutture per salvaguardare tutti i nostri comparti più importanti, come il potabile, l’agricoltura e l’idroelettrico”.
Quattro i punti fondamentali delineati dalla Regione per la transizione ecologica: attuare la transizione dell’economia, da lineare a circolare; raggiungere la neutralità climatica nel 2050 con emissioni nette pari a zero; attuare la transizione energetica, dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili e la transizione verso città e comunità sostenibili che puntino al benessere dei cittadini.
Per la prima volta, nel programma cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale ci sono due misure, una dedicata ai cambiamenti climatici, prevenzione rischio di catastrofe e resilienza, che poggia su una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro, e l’altra, da 72 milioni di euro, dedicata alla preservazione della natura e allo sviluppo, e al completamento, di infrastrutture verdi. Per quanto riguarda il settore delle acque sul fronte della riqualificazione fluviale sono già stati investiti 15 milioni di euro per interventi; in particolare dal 2018 sono stati stanziati 12 milioni di euro di contributi che hanno finanziato 56 progetti, mentre 3 milioni di euro sono stanziati sul bando 2023.
Nel servizio idrico integrato sono particolarmente rilevanti le tre misure del Pnrr che riguardano le infrastrutture idriche primarie, con l’acquedotto della Valle Orco, le perdite idriche, per le quali al momento sono stati ammessi e finanziati tre importanti interventi, e il capitolo fognatura e depurazione con 12 interventi.
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