VINOVO – Gli enigmi delle grottesche al Castello
“Deforme, innaturale, assurdo”, è il significato svilente attribuito al termine “grottesco”. Anche certi ritratti caricaturali sono definiti “grotteschi”. Ma le “grottesche” sono tutt’altro. Precisamente sono grandi pitture decorative di soffitti e pareti a cui si dedicarono pittori del calibro di Raffaello, Pinturicchio, Giulio Romano, Giorgio Vasari a tanti altri. Quel nuovo linguaggio espressivo si evolvette nel corso dei secoli in ogni parte del continente europeo, lasciando un segno profondo nell’immaginario collettivo anche nostro contemporaneo.
Ora il Comune di Vinovo organizza nel cinquecentesco Castello Della Rovere una mostra innovativa: Enigmi dipinti. Dalla Domus Aurea di Roma al Castello di Vinovo. Appuntamento dall’11 marzo al Castello della Rovere. Il progetto, lungi dall’esaurire la descrizione di un fenomeno complesso e vario come la “decorazione a grottesca”, si propone come un’immersione dentro un universo multiforme ed enigmatico in cui si mescolano infiniti sogni che la fantasia umana ha distillato, esaltato, esagerato, trasformandoli in grandiose opere d’arte. Dentro quell’universo si muovono esseri inauditi, mescolanza di umani, animali terrestri e acquatici, insetti e piante, a volte bellissimi nella loro mostruosità, altre volte spaventosi. L’enigma delle grottesche si condensa proprio nelle deformità imbarazzanti di corpi sospesi tra cielo e terra come in cerca di un’armonia perduta, e ancor più nei volti beffardi, oppure minacciosi o trasognati, che simbolizzano la realtà dei sentimenti umani, al tempo stesso oscuri e splendenti. La mostra si apre con il passaggio attraverso un corridoio alle cui pareti sono esposte alcune inquietanti incisioni create agl’inizi del Cinquecento da un grande artista tedesco, Heinrich Aldegrever, stampate in gigantografia su materiale specchiante. Come nella Stanza degli Specchi di un Luna Park, si potrà ridere oppure no, perché le grottesche sono anche un gioco finalizzato a stupire.
L’esposizione vera e propria comincia nella Salone d’Onore con un omaggio a Raffaello. Incisioni di Giovanni Volpato dalle Logge vaticane sono affiancate a pregiate maioliche decorate “alla raffaellesca” provenienti da Faenza, Casteldurante, Deruta e dalla collezione di Raffaello Pernici di Rosignano Marittimo. Tre archi scenografici supportano grandi “candelabre a grottesca” tratte da disegni spesso minuscoli, ideati per abbellire stanze e cortili di palazzi signorili e castelli, come i fregi in terracotta che ornano il cortile interno del Castello di Vinovo e le pitture nello stesso Salone d’Onore.
Condividi