REGIONE – Il primo Rapporto sullo sfruttamento delle donne nel lavoro
Donne sfruttate sul lavoro in agricoltura, con stime di non meno di 50.000, nel lavoro domestico e di cura, dove il 70% di coloro che lo svolgono sono migranti. Il settore presenta secondo l’Istat un tasso di irregolarità del 57%, a fronte di una media nazionale del 12,6%. A causa delle difficoltà di essere in regola con il permesso di soggiorno, a fronte di un numero di colf e badanti registrate all’Inps di 920.000, si stima che il totale delle impiegate e impiegati nel settore si aggiri sui 2,1 milioni secondo l’Osservatorio Domina.
I dati sono relativi al 2022 e si trovano del primo “Rapporto sullo sfruttamento delle donne, nel lavoro domestico e di cura, nell’agricoltura e nell’ambito del fenomeno migratorio”, promosso dall’Associazione Slaves No More e dalle Acli e presentato nel Palazzo della Regione Piemonte.
“I dati – ha dichiarato il presidente della Regione Alberto Cirio aprendo la presentazione in videocollegamento da Bruxelles – dimostrano che l’impegno delle reti diffuse sul territorio è fondamentale, ma purtroppo non ancora sufficiente per arginare totalmente un fenomeno tristemente attuale che dobbiamo contrastare con maggiore forza e con maggiori mezzi. La Regione Piemonte ha compiuto passi importanti: l’allora presidente Chiamparino diede il via ad un programma triennale che noi abbiamo rilanciato per il 2022-24 sostenendolo economicamente, perché è un’iniziativa positiva e siamo
consapevoli che è un tema sui cui occorre lavorare uniti per cambiare realmente le cose, partendo da studi come quello presentato oggi. Prendiamo il lavoro dell’Associazione Slaves No More e delle Acli, che sono una realtà preziosamente radicata sul territorio, come uno stimolo a fare di più e meglio”.
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