VIOLENZA SULLE DONNE – In Consiglio Regionale convegno sulla violenza in digitale
La dimensione digitale della violenza di genere riguarda una vasta gamma di atti commessi online o tramite strumenti tecnologici che sono parte del dramma della violenza che donne e ragazze subiscono anche tra le mura di casa. Un fenomeno così vasto che non esiste una definizione che ne copra le diverse sfumature. Da un lato la rete sembra in grado di offrire grandi opportunità alle persone, che potenzialmente riducono il divario di genere. Dall’altro la violenza in rete gode di nuove possibilità, all’interno delle quali crescono diseguaglianze e soprusi. Queste alcune delle riflessioni emerse dai tanti relatori intervenuti oggi in Consiglio regionale al convegno “Prevenire e difendersi dalla violenza digitale di genere”, organizzato dal Comitato diritti umani e civili e dalla Consulta femminile.
Nel corso della propria vita, secondo l’Istituto nazionale di statistica, il 6,8% delle donne ha avuto proposte inappropriate o commenti osceni o maligni sul proprio conto attraverso i social network e all’1,5% è capitato che qualcuno si sia sostituito per inviare messaggi imbarazzanti o minacciosi o offensivi verso altre persone. La diffusione delle molestie che avvengono per mezzo della rete è in aumento, coerentemente con il maggiore uso dei social network negli anni più recenti. Più del 44% delle molestie sui social si è ripetuto più volte nel caso di vittime donne.
Su 42.143 post e tweet analizzati da Amnesty International, nel rapporto “Il barometro dell’odio 2020 –Sessismo da tastiera”, più di 1 su 10 (14%) è offensivo, discriminatorio o hate speech. Guardando ai soli casi di hate speech, se ne trovano quasi 1 su 100 (0,7%). Il 25,6% dei commenti offensivi e discriminatori riguarda in particolare il tema donne e i diritti di genere; il 23,2% sono messaggi sessisti. Secondo un rapporto pubblicato da Women’s Aid, il 45% delle vittime di violenza domestica ha subito una qualche forma di abuso online, mentre il 48% è stato oggetto di molestie o abusi online dopo la fine di una relazione. Nel 2019 è stato rilevato un aumento mondiale del 67% annuo dell’utilizzo di programmi di monitoraggio su dispositivi mobili. I paesi europei più colpiti sono Germania, Italia e Francia.
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