NICHELINO – 450 anni dell’Ordine Mauriziano: occasione per apertura al pubblico della palazzina di caccia
La Sacra Religione dei Santi Maurizio e Lazzaro (poi semplicemente Ordine Mauriziano) compie 450 anni e per festeggiarli, venerdì 11 novembre, attraverso la sua più recente emanazione, la FOM – Fondazione Ordine Mauriziano apre le porte dei suoi beni più preziosi: la Palazzina di Caccia di Stupinigi, il complesso della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso e l’Abbazia di Staffarda.
Alle 15 nella Chiesa parrocchiale della Visitazione di Maria Vergine è inoltre in programma la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Torino, Mons. Roberto Repole con l’accompagnamento musicale di organo, trombe e flauto a cura dell’Accademia di Sant’Uberto. A seguire, alle 16, Marche de Vènerie con i corni da caccia, dai parterres al Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi, dove è in programma il concerto dei suonatori di corni di caccia, a cura dell’Accademia di Sant’Uberto, riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco.
Il programma proposto segue la storia del corno da caccia sotto il profilo cerimoniale, di carattere religioso e venatorio, nella sua evoluzione dal XVII-XVIII secolo fino ad oggi, caratterizzato da un nuovo repertorio di libere composizioni note come “fantaisies” per gruppi di suonatori e sviluppato a partire dalla prima metà del XIX secolo. I corni dell’Equipaggio della Regia Venaria e Les Trompes de Bonne si alternano con le trombe della Scuderia, formazione la cui denominazione ha origine nelle corti di epoca barocca, caratterizzando il cerimoniale di accompagnamento regio quali parate a cavallo, in carrozza, in barca e quindi anche le cacce, come attestano i dipinti di Vittorio Amedeo Cignaroli a Stupinigi. Nel XVII-XVIII secolo la caccia reale per antonomasia era la vènerie al cervo, pratica venatoria esercitata a cavallo con l’ausilio di muta di cani da seguito. Nella vènerie l’azione consisteva in una precisa sequenza di fasi, dette anche funzioni, che costituiva un vero e proprio “cerimoniale venatorio”. Le diverse situazioni che l’equipaggio di caccia avrebbe dovuto affrontare sul terreno nel corso dell’inseguimento, anche nel folto della foresta, erano comunicate a tutti i cavalieri per mezzo della tromba da caccia, che da allora segna il rapido evolversi dello strumento, anche in orchestra.
Condividi