Il grande cantiere di Palazzo Madama
500 giorni per far rinascere il “volto” in marmo di Palazzo Madama, uno dei simboli di eccellenza di Torino nel mondo. Il più grande cantiere di restauro di un bene pubblico nel cuore della città riporterà la facciata juvarriana al suo antico splendore, grazie alla sinergia tra due istituzioni: la Fondazione Torino Musei, da sempre impegnata nella tutela, conservazione e valorizzazione dei beni museali, e la Fondazione CRT, storico e principale sostenitore privato di Palazzo Madama, che finanzia interamente quest’ultimo intervento con un impegno straordinario di 2,4 milioni di euro.
Approvati dal Ministero per la Cultura e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, i lavori di restauro e consolidamento strutturale coniugano arte, ingegneria e ricerca, salvaguardando l’identità e la storia del luogo con soluzioni tecnologiche innovative, sostenibili e reversibili. Il cantiere partirà lunedì 14 marzo.
“Finalmente si parte! Il grande cantiere per la rinascita della facciata di Palazzo Madama è un ingranaggio complesso, un’operazione di sistema che guarda al futuro tenendo insieme una molteplicità di risorse tecniche, professionali ed economiche per un obiettivo comune: dobbiamo esserne tutti orgogliosi”, affermano il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia e il Segretario Generale Massimo Lapucci.
Un ascensore condurrà le maestranze sino alla sommità del cornicione per le opere più complesse relative alla messa in sicurezza strutturale di tutta la trabeazione in marmo. All’interno delle cavità situate nel grande cornicione, manodopera specializzata realizzerà particolari strutture in acciaio curvilinee, destinate a costituire il futuro scheletro portante del rivestimento in pietra del grande architrave, che manifesta da secoli segni di affaticamento strutturale: a seguito del distacco di alcuni frammenti, si è reso necessario l’avvio dell’importante intervento di restauro.
Sulla sommità di Palazzo Madama, le quattro imponenti statue allegoriche di 3 tonnellate ciascuna alte 4 metri, “firmate” dallo scultore carrarese Giovanni Baratta nel 1726, saranno rimosse dal basamento – mediante una tecnica particolare che impiega un filo d’acciaio simile al sistema di estrazione dei blocchi di marmo dalle cave – e provvisoriamente calate a terra in gabbie di acciaio, con uno spettacolare sistema di gru, per il loro restauro e consolidamento in un apposito padiglione. L’intervento, nelle sue diverse fasi, potrà essere seguito “live” dal pubblico, che potrà anche visitare il padiglione stesso in tempi prestabiliti.
I restauri delle statue, così come quelli dei serramenti lignei, saranno affidati tramite due ulteriori bandi nelle prossime settimane, a completamento del primo lotto di lavori sul settore centrale della facciata: la conclusione, dopo 500 giorni, è prevista per il 24 giugno 2023, festa di San Giovanni, patrono della città. Seguiranno altri due lotti relativi ai due corpi laterali.
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