Martino Coli, unisce le “Quattro metà” e fa scoprire l’anima gemella al Gruppo di Lettura Carmagnola
Non era mai accaduto che il Gruppo di Lettura Carmagnola avesse tra i suoi ospiti uno sceneggiatore cinematografico. Il tabù è stato sfatato giovedì 24 febbraio quando ai microfoni della Sala Nobiliare di Casa Cavassa si è presentato Martino Coli, autore della sceneggiatura del fortunato film “Quattro metà” in onda dal 5 gennaio scorso su Netflix. E dell’omonimo libro, uscito per i tipi di Sperling&Kupfer una settimana dopo. Alla classica domanda se è nato prima l’uovo o la gallina (quindi il libro o il film) lo sceneggiatore genovese ha raccontato la genesi del suo doppio lavoro. “Sono appassionato di cinema da quando avevo otto anni, quando sognavo di diventare un regista di cartoni animati”. La sua passione per il cinema lo ha portato a studiare cinematografia per due anni a Parigi, a entrare in questo mondo come assistente alla regia a fianco di mostri sacri come Paolo Genovese, Vincenzo Salemme e Leonardo Pieraccioni; prima di scoprire che la sua passione vera non era stare dietro la macchina da presa, ma raccontare storie che appassionassero il pubblico. E sei anni fa nacque l’idea di “Quattro metà” una storia intrecciata di due coppie. “Mi piace presentare un soggetto molto dettagliato e di questa storia scrissi una settantina di pagine invece delle solite venti che tradizionalmente si consegnano al produttore”. La storia era bella, interessante, rapendo la mente della produttrice e quindi si presumeva dei futuri spettatori. Ed essendo così dettagliata e completa la produttrice lanciò l’idea di affiancare il film a un libro cartaceo. “In fondo devi solo scrivere un altro centinaio di pagine perché il materiale ce l’hai già tutto”. Martino Coli, che mai aveva pensato di scrivere un libro, si lanciò nel doppio progetto, scrivendo in parallelo la sceneggiatura del film e le pagine del libro.
“Quattro metà” analizza se sia verosimile l’idea della ricerca dell’anima gemella, proposta da Paltone nel “Simposio” che teorizza la razza umana come perfetta e felice (con quattro braccia e quattro gambe) fino a quando gli dei invidiosi la divisero. A metà, appunto. E da allora ognuno di noi è alla ricerca della propria metà gemella. Ed è quanto sia nel libro sia nel film si chiedono Martino e Stefania, marito e moglie (gli stessi nomi di Coli e della moglie) che organizzano una cena per far incontrare Giulia e Dario, Chiara e Matteo. Quasi un esperimento sociologico per capire se “chi si somiglia si piglia”, oppure se “gli opposti si attraggono”. Un esperimento che avrà esiti che cambiano pagina dopo pagina con continua rovesciamenti di situazioni, proprio come accade quotidianamente nella vita di ognuno di noi dove tutto si trasforma in un continuo divenire. Facendoci partecipi, quasi tifosi di una coppia o dell’altra, di un personaggio o di un altro, per poi cambiare repentinamente opinione quando le vicende mutano.
E allora esiste l’anima gemella? Secondo Coli no, che pure si è fidanzato all’età di 14 anni con Stefania, con cui è felicemente sposato ancora oggi, cui ha ironicamente dedicato il libro. “Abbiamo da poco superato gli otto miliardi di persone sulla faccia della terra. Se esistesse una e una sola anima gemella, avremmo un terzo delle possibilità che la nostra perfetta metà viva in Cina o in India, e l’eventualità di incontrarci è così remota da essere quasi in possibile. Esistono persone con le quali abbiamo affinità, per le quali scatta l’’attrazione e con le quali stiamo bene insieme, plasmando giorno dopo giorno la coppia per vivere serenamente”.
Una ricetta incontestabile, raccontata da un saggio che condivide da 23 anni la quotidianità con la stessa persona.
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CARMAGNOLA (TO), 24 febbraio – Vi è mai capitato di pensare che il vostro migliore amico, single da qualche tempo immemorabile, sarebbe perfetto come fidanzato per quella collega di lavoro di vostra moglie, anche lei sola da troppo tempo? E ci aggiungete pure il compagno di università, grande teorico dell’anima gemella che però non l’ha mai trovata, che magari starebbe bene con la vostra preparatrice atletica, così affascinante ma senza un compagno? Se l’idea aggrada a vostra moglie, potete organizzare una cena e lasciare che il destino faccia la sua parte.
È quanto pensano Martino e Stefania (guarda caso, proprio il nome dell’autore e della moglie), che sono i motori di “Quattro metà”, opera prima dello sceneggiatore genovese Martino Coli, protagonista dell’Aperilibro del Gruppo di Lettura Carmagnola andato in scena a Casa Cavassa giovedì 24 febbraio. Un volume che nasce da un soggetto scritto sei anni fa da Martino Coli, che sarebbe dovuto diventare un film per le sale cinematografiche che, invece, è finito su Netflix ottenendo un successo notevole al punto di aver avuto spettatori in quaranta paesi, essere stato per alcune settimana il secondo film più visto non in lingua inglese. Un successo considerato il fatto che la lingua italiana è planetariamente meno diffusa di molte altre.
“Quattro metà è nato da una domanda che mi sono sempre posto (e che si pongono nel libro Martino e Stefania), ovvero se esista una e una sola anima gemella. Statisticamente improbabile, visto che nel mondo ci sono 8 miliardi di persone, sparse per tutto il globo. Quindi, quante possibilità abbiamo di incontrarla?” si chiede il 37enne genovese, che in realtà l’anima gemella l’ha trovata in Stefania all’età di 14 e con la quale è felicemente sposato, come ha scritto nel prologo del libro. Insomma, trovare l’anima gemella è più difficile statisticamente (“vista la distribuzione della popolazione mondiale abbiamo una probabilità su tre che sia cinese o indiana” rimarca ancora Coli), che sentimentalmente.
E così, nel 2016 inizia buttare giù un soggetto da presentare al suo produttore di riferimento, per realizzare una commedia romantica che tratti il platonico tema dell’anima gemella (e sì è stato proprio il filosofo greco a creare questa immagine degli esseri umani prima felici, poi divisi dalla loro metà da divinità invidiose e perennemente alla ricerca del ricongiungimento con l’altro emisfero emotivo). “Sono appassionato di cinema fin dall’età di otto anni, quando, guardando la televisione, fantasticavo di diventare regista di cartoni animati. Crescendo puntavo a diventare regista di film, come tutti quelli che sognano di entrare nel mondo del cinema”. E per perseguire il suo obiettivo Martino Coli si trasferisce due anni a Parigi per studiare cinematografia (senza che il suo rapporto sentimentale già avviato con Stefania si interrompa), torna in Italia e riesce a conquistare un posto nel mondo dei suoi sogni. Arrivando a collaborare con registi del calibro di Paolo Genovese, Vincenzo Salemme e Leonardo Pieraccioni (comparendo anche in una scena del film ‘La moglie più bella’ di quest’ultimo), avvicinandosi sempre di più allo sgabello della regia, fino a capire che quello non era il suo sogno. “Improvvisamente scoprii che mi affascinava maggiormente scrivere le storie, che mettere in scena storie scritte da altri” racconta nel Salone Nobiliare di Casa Cavassa Martino Coli. E si tuffa nella scrittura di soggetti e sceneggiature.
“Quando scrivo un soggetto, mi piace dettagliarlo al massimo, così da offrire al produttore una storia fatta e finita, che non lascia spazio a dubbi. La successiva sceneggiatura diventa quindi un approfondimento del soggetto che, però, già contiene tutti gli elementi cardine della storia”. Questa sua meticolosità lo porta a presentare ai produttori un soggetto molto più articolato di quelli che vengono proposti normalmente. “Un soggetto è di norma una ventina di pagine. Io rimasi talmente coinvolto dalla storia di ‘Quattro metà’ da scriverne una settantina. Dopo averlo letto, la produttrice mi disse: ‘È interessante, ne hai già scritto la gran parte. Fanne un libro’. E così è stato”.
A quel punto le strade della sceneggiatura e del romanzo si dividono, anche se trattano lo stesso argomento e si sviluppano parallelamente sullo stesso percorso narrativo. “Il romanzo non è figlio del film, né il film è figlio del romanzo. Semplicemente sono cresciti insieme” fino ad arrivare sugli schermi di Netflix il 5 gennaio scorso e nelle librerie l’11 gennaio scorso.
E le anime gemelle? Le quattro metà sono Giulia e Dario, Chiara e Matteo, così simili, così diversi, quattro coppie che sembrano create l’una per l’altro; ma ci può essere anche l’opposto di Giulia e Matteo, Dario e Chiara perché vale sia la regola del “chi si somiglia si piglia” e de “gli opposti si attraggono”. E così Martino Coli sviluppa nelle pagine del libro (e nel film) tutta una serie di situazioni di passioni, litigi, tradimenti, riconciliazioni che confermano e smentiscono i due detti contrastanti.
Ma allora esiste questa benedetta anima gemella? “Non è una situazione che esiste a priori, ma si sviluppa giorno dopo giorno, conoscendo, apprezzando e plasmando i propri sentimenti con chi ci sta accanto”. Insomma, con buona pace di Platone e della sua ricerca dell’altra metà, l’anima gemella esiste e la costruiamo noi stessi giorni dopo giorno con il nostro rapporto di coppia. E se lo dice uno che da quasi un quarto di secolo vive e ama la stessa donna (con un figlio meraviglioso) c’è proprio da credergli
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Il libro presentato
“Quattro metà”
Di Martino Coli
224 pagine, Edito da Sperling&Kupfer, in libreria dall’11 gennaio 2022, 17,00 €
Tutti i libri presentati nel corso dell’Aperilibro del Gruppo di Lettura Carmagnola sono disponibili presso la biblioteca civica Rayneri-Berti di Carmagnola
Prossimi appuntamenti
Venerdì 11 marzo: ore 19.30 – incontro ore 21.00: Aperilibro ragazzi. Carola Benedetto-Luciana Ciliento: “Le meraviglie della Terra – I viaggi di Mia”. Mia inizia un viaggio pazzesco e irresistibile alla scoperta della Terra e della Natura
Mercoledì 16 Marzo: ore 16.15 merenda, 16,45: Aperilibro bambini. Marco Paci-Anselmo Roveda: “Atlante dei viaggi straordinari e degli inconsueti mezzi di trasporto per compierli”. Elefanti meccanici, palloni aerostatici, sommergibili e capsule spaziali ci guideranno al centro delle avventure nate dalla incredibile penna di Jules Verne.
Giovedì 31 marzo: ore 19.30 – incontro ore 21.00: Aperilibro. Matteo Piano con Cecilia Morini: “IO, il centrale e i pensieri laterali”. Il grande pallavolista racconta come è arrivato ad acquisire forza e consapevolezza dopo aver imparata ad accettare la sua fragilità
Tutti gli incontri si svolgeranno presso il Salone Nobiliare di Casa Cavassa, Via Valobra 143 – Carmagnola, mentre gli Aperilibro si terranno presso la sottostante Locanda del Bussone, Via Valobra 143 – Carmagnola.
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