Margherita Giacobino fissa lo sguardo sui lettori dell’Aperilibro Carignano
Secondo e conclusivo appuntamento dell’Aperilibro Carignano che, in una serata flagellata dal maltempo, martedì 13 luglio ha raccolto un buon numero di appassionati di lettura presso la Biblioteca comunale di Carignano, rinunciando giocoforza alla collocazione del Parco dell’ex Municipio. Ospite della serata è stata Margherita Giacobino, scrittrice torinese che ha presentato la sua ultima fatica letteraria “Il tuo sguardo su di me” (Mondadori, 204 pagine, 18€, in libreria dal 12 gennaio 2021), un doveroso omaggio al rapporto con una madre che ha saputo essere allo stesso tempo forte e dolce, comprensiva e capace di indicare la strada, amica e sorella, senza dimenticarsi di essere anche madre. “È un luogo comune pensare che i rapporti fra madre e figlia siano sempre difficili” esordisce Margherita Giacobino: “Non sempre è così e almeno per me non lo è stato”.
Un libro redatto con fatica, non tanto perché parlare della propria madre, quindi di se stessi, implica giocarsi in prima persona, quanto avere il coraggio di mettere a nudo i rapporti con una persona che è stata molto presente nella vita della scrittrice fin dalla sua più tenera età. “Mia madre era una donna all’avanguardia rispetto ai tempi. All’inizio degli anni Cinquanta lavorava, ed era una quasi un’eccezione, fumava e prendeva pubblicamente il caffè. Quasi uno scandalo”. Una donna che pur nella necessaria distanza con la figlia “alzava la serranda alle sette del mattino e l’abbassava alle otto di sera, quindi non aveva molto tempo da dedicarmi” era capace di far sentire il calore e la sua presenza a quella figlia piccola, che era orgogliosa della sua bella madre, capace di stare nel mondo senza sgomitare per mettersi al centro dell’attenzione.
Un libro che ha richiesto a Margherita Giacobino ben cinque stesure, tutte diverse fra loro passando dal saggio sui rapporti al femminile al romanzo. “Non è stato un semplice lavoro di rimaneggiamento da una stesura all’altra, o una correzione e levigazione dei testi. Sono proprio cinque lavori diversi, tutti accuratamente chiusi nel mio cassetto” afferma Margherita Giacobino che sottolinea anche la valenza del titolo: “Lo sguardo è il nostro primo punto di contatto con chi ci sta di fronte. Lo sguardo ci amplifica o ci rimpicciolisce, ci approva o ci condanna. E la prima persona al mondo di cui incontriamo lo sguardo è nostra madre. Uno sguardo che a me sempre dato forza e fiducia” e lo stimolo a scrivere un libro che non è solo un riconoscimento alla vicinanza della madre, ma anche una serie di aneddoti descritti con la consueta tranquilla ironia intrinseca alla scrittura di Margherita Giacobino che traghetta il lettore da una pagina all’altra con la calma e la serenità che solo una madre può dare.
Non è bastata una tempesta di acqua da monsone tropicale con raffiche di vento degne di una dolina carsica a tenere lontano un nutrito gruppo di appassionati lettori, pronti a incontrare martedì 13 luglio Margherita Giacobino che presentava la sua ultima fatica letteraria: “Il tuo sguardo su di me” (Mondadori, 204 pagine, 18€, in libreria dal 12 gennaio 2021) nella biblioteca comunale di Carignano (che gioco forza ha sostituito la più idonea location, ma inaccessibile per le intemperie, del parco dell’ex Municipio) per quegli appuntamenti dell’Aperilibro Carignano fortemente voluti dall’amministrazione comunale carignanese con in testa il vice sindaco Tonino Papa, e l’assessore alla cultura Miranda Feraudo in testa e realizzati con il Gruppo di Lettura Carmagnola, guidato da Maurizio Liberti.
Un libro molto intimo, quest’ultimo di Margherita Giacobino, che soddisfa la volontà della scrittrice di parlare della persona cui è stata maggiormente legata nel corso della sua vita: la madre. “Si parla spesso dei conflitti generazionali fra madre e figlia, ma per me non è stato così. Fin dalla più tenera età ho avuto con lei un rapporto meraviglioso che è proseguito quando ero giovane e nel corso degli anni”. Un rapporto che ha reso quasi scontato il titolo; che a ben vedere fotografa perfettamente il rapporto fra le due donne. “La prima cosa che incontriamo della persona che ci sta di fronte è lo sguardo, che ci può assolvere o condannare, esaltare o annichilire. Il tutto in un attimo. Ho sempre pensato che bastasse lo sguardo di mia madre a darmi forza, perciò pensando a lei mi è venuto naturale questo titolo” che la scrittrice ha difeso fino in fondo dai possibili cambiamenti che gli editori spesso richiedono. Meno facile trovare una copertina che “mettesse in relazione le due donne, una giovane e l’altra più adulta. Abbiamo visionato decine di immagini e quando ne ho trovata una di mio gradimento ho scoperto essere coperta da copyright e non si poteva usare”. Margherita Giacobino, però, non è certo delusa dalla copertina del suo libro che affianca due donne di generazioni diverse nell’atto di stendere, quasi una complicità subliminale fra due persone che si comprendono senza parlarsi. Solo con lo sguardo.
“Ho iniziato a pensare a questo libro nel giorno del mio compleanno, perché era finalmente giunto il momento nel quale potevo parlare di mia madre con serenità”. La scrittrice si butta a capofitto nel lavoro, ma è talmente presa dall’impresa che ne vengono fuori cinque stesure molto diverse fra loro. “Non si è mai trattato di una rivisitazione della stesura precedente, ma erano lavori assolutamente indipendenti, diversi fra loro che andavano dal saggio sui rapporti madre/figlia al romanzo” formula infine scelta per dare alle stampe questo libro.
Margherita Giacobino da alcuni affreschi della vita di sua madre, figlia di emigrati nelle Americhe costretti a tornare in Piemonte perché la sorte non era stata benigna con loro. Una donna forte anche nelle avversità, che sapeva giocarsi nei momenti difficili. “Quando ha scoperto di essere incinta non si è arrotolata in se stessa, ma ha voluto cambiare contemporaneamente la sua vita aprendo un negozio a Cirié dove abitavamo con le zie ed essere madre. Una scelta molto contro corrente all’inizio degli anni Cinquanta quando le donne erano relegate a lavorare in casa e dipendere economicamente dai mariti”. La mamma di Margherita non poteva dipendere certo dal marito che una sera si è giocato tutto e anche di più al casinò. “In quel momento mia madre ha scelto di rimboccarsi le maniche, coprire i debiti, invece di arrendersi e fallire” racconta Margherita Giacobino. Una madre che sa anche essere vicina alla figlia, con i sorrisi, con quegli sguardi che la rendono una divinità agli occhi della piccola. “Mia madre era una lettrice scatenata. Negli anni si sarebbe convertita a leggere tomi mastodontici di storia e biografie infinite di personaggi di tutte le epoche. Ma i libri erano anche un modo per comunicare fra noi. Se io consigliavo la lettura di un libro a mia madre, lei rifletteva quale messaggio le avessi voluto comunicare e viceversa”.
È naturale che quando la ventenne Margherita Giacobino si trova coinvolta in prima persona nei movimenti femministi di inizio anni Settanta non accetti “l’obbligo” del taglio del cordone ombelicale con la madre. “Quando dicevo alle mie compagne che andavo a trovare mia madre mi guardavano stranite, quasi fossi non fossi in grado di emanciparmi da lei. Ma io non avevo bisogno di emanciparmi da nulla, perché il rapporto con mia madre era solido e affettuoso, senza costrizioni”.
E lo dimostrano il passare degli anni, quando più grandicella, e ormai avvezza al mondo, la scrittrice apre le porte del turismo verso altri paesi alla madre, compiendo con lei viaggi verso Parigi e altre località che prima la donna, per mancanza di tempo e di denaro, non aveva potuto visitare. Viaggi di una tal complicità che solo due donne che si comprendono con uno sguardo possono avere. Come dimostra perfettamente l’ultimo libro di Margherita Giacobino che proprio di questo parla. Con ironia semplicità e tanto affetto.
Nei prossimi appuntamenti saliranno sul palcoscenico de “Il libro del Mercoledì” nel cortile del Castello (Via Silvio Pellico – Carmagnola):
Mercoledì 14 luglio – Michele Riefoli – Rivoluzione integrale
Mercoledì 21 luglio – Filippo Nassetti – Molte aquile ho visto in volo
Mercoledì 28 luglio – Andrea Panciroli – 2K10, l’anno zero dei social
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