«Angeli e demoni»: le difese incalzano ancora
«Angeli e Demoni»: un processo fiume, o almeno così si prospetta visto che quella di mercoledì scorso è stata solamente la terza udienza preliminare, celebrata sempre a porte chiuse nell’aula bunker del tribunale di Reggio Emilia, di questo procedimento incentrato sull’inchiesta (che appunto porta la stessa titolazione del noto libro di Dan Brown) sui presunti affidi illeciti nella Val d’Enza, un fattaccio che ha coinvolto anche la onlus di Moncalieri Hansel& Gretel (con la psicoterapeuta Nadia Bolognini e il marito Claudio Foti) e per il quale la procura emiliana, nella persona del pm Valentina Savi che ha coordinato le indagini nel nucleo investigativo dei carabinieri, aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di ben 24 persone. Come nell’udienza di fine novembre gli avvocati del collegio difensivo hanno chiaramente voluto giocarsi la carta dell’attacco, quello mosso contro una branca delle parti lese, nello specifico il Ministero della Giustizia e la Regione Emilia Romagna, le quali secondo i legali non avrebbero nessun titolo per costituirsi parti civili. Motivo? Semplicemente perché i danni che sostengono di aver patito a seguito della vicenda, per cui potrebbero avanzare delle richiese di risarcimento, non deriverebbero dai fatti oggetto del procedimento bensì dalla «campagna mediatica» che li ha accompagnati. “C’ è stata una evidente deformazione dal punto di vista mediatico rispetto a fatti tecnicamente molto misurati e contenuti – hanno affermato dal collegio difensivo – deformazione che secondo noi interrompe il collegamento diretto tra danno asserito e fatto contestato”.
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