Caso Ollino: i dettagli che hanno tradito il sospettato
Nell’immediatezza dei fatti gli investigatori hanno innanzitutto acquisito le immagini registrate da due telecamere private poste nella zona dell’omicidio, che riprendono la BMW di Ollino che, quel pomeriggio dell’8 giugno intorno alle 18, era partito in macchina da casa sua per recarsi nel residence di Pecetto Torinese attraverso un unico tragitto percorribile. In particolare, la sua auto alle 18.10 circa – come attestano i due sistemi di videosorveglianza ed alcuni testimoni – giunge nel complesso residenziale di Strada del Colle di Pecetto Torinese, dove si ferma per poco più di 10 minuti. Alle successive 18.22 si vede nuovamente l’auto mentre percorre la medesima strada in senso opposto, da Pecetto Torinese verso la vicina piazzola di Pian del Lot, luogo ove verrà ritrovato il cadavere del consulente, legato ed imbavagliato sul sedile anteriore destro, attinto al capo da 6 colpi d’arma da fuoco. Le stesse telecamere riprendono, intorno alle 18.45 – 18.50, un uomo che a piedi rientra in direzione del residence di Pecetto Torinese, ritenuto dagli investigatori dell’Arma l’autore del delitto, identificato in un inquilino di quel residence che la vittima aveva incontrato poco prima. Il soggetto ritratto presenta infatti una notevole somiglianza con l’arrestato, un pregiudicato 42enne, sia per i tratti somatici che per la corporatura, nonché per la particolare camminata, leggermente claudicante. L’ipotesi investigativa è stata altresì supportata da una perizia effettuata dai militari dell’Arma del reparto investigazioni scientifiche di Parma, così come dall’esame autoptico del consulente della Procura di Torino che ha individuato l’ora del decesso tra le 18 e le 19 di quella sera. Anche il tempo di percorrenza a piedi (17 minuti circa) dal luogo dell’omicidio alle telecamere posizionate nei pressi del residence è ritenuto perfettamente compatibile con l’orario impresso nelle immagini acquisite dai CC.
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