La Regione blocca il nuovo ospedale a Moncalieri
MONCALIERI – “Vogliono fermare il nuovo ospedale a Moncalieri”. E’ veemente la reazione del sindaco Paolo Montagna alla mozione Nicco approvato a maggioranza in Regione con cui si chiede di riaprire la discussione sulla localizzazione del nuovo nosocomio dell’Asl To5, attualmente previsto nell’area Cenasco di Vadò a Moncalieri. Un ordine del giorno passato con il voto favorevole della maggioranza di centrodestra, l’astensione del M5S ed il voto contrario del Pd. Una vera bomba che piomba sugli ultimi giorni di campagna elettorale. La maggioranza e l’assessore Icardi minimizzano: “Considerate alcune esperienze passate di ospedali costruiti su zone a rischio idrogeologico, una ulteriore verifica prima di procedere con i cantieri è opportuna”. Davide Nicco, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, primo firmatario della mozione, da sempre sponsor dell’ospedale a Villastellone, nell’area ex Stars, va oltre: “Occorre scegliere un ospedale che non sia costruito in zona esondabile, che recuperi aree dismesse e non consumi zone agricole di pregio, che sia realmente baricentrico per tutto il territorio. Una decisione saggia, non ci si poteva basare su uno studio vecchio di 4 anni su cui ci sono notevoli dubbi da parte di molte istituzioni locali e associazioni ambientaliste”. Nicco replica anche a Montagna: “La Regione vuole costruire il nuovo ospedale unico, cercando la zona più idonea. Il Sindaco di Moncalieri vuole invece costruirlo a Moncalieri, punto e basta. A me pare evidente quale sia la strada migliore”.Dura la reazione del Pd. Già in aula per il presidente del gruppo regionale Pd Salvatore Gallo “il centrodestra commette l’ennesimo errore, fermando tutto”. Dura anche la reazione del vice presidente del consiglio regionale, il mago dei trapianti di fegato Mauro Salizzoni: “Va bene fare certezza sui rischi idrogeologici ma il documento con cui si chiede un nuovo studio sul sito è solo una manovra dilatoria. Riaprire la discussione sulla localizzazione del nuovo ospedale unico significa perdere ulteriore tempo, ripartire dalla casella iniziale, e, quindi, mettere in forse questa infrastruttura. Un precedente studio aveva escluso il rischio alluvionale. L’area del nuovo ospedale non può certo essere condizionata dal colore politico di questa o quella amministrazione”. Salizzoni dà poi una diversa lettura della baricentricità. “Non è da intendersi come un’astratta distanza tra punti geometrici, bensì occorre tenere conto della distribuzione della popolazione. Più di un terzo degli abitanti sono concentrati a Moncalieri e Nichelino. Il rischio è molti cittadini finirebbero con il far riferimento al futuro Parco della Salute”.
Al veleno la reazione di Paolo Montagna, che concentrerà gli sforzi di questi ultimi giorni di campagna elettorale sul tema ospedale. Ma cosa ne pensa di questa decisione il candidato sindaco del centrodestra Pier Bellagamba? “Si tratta di una decisione che tocca alla Regione, come ha sempre ribadito il presidente Cirio, che da parte sua ha ritenuto opportuno effettuare una valutazione sui terreni prima di procedere con il nuovo ospedale. Mi chiedo se mai – aggiunge – perchè non sono iniziati i lavori prima visto che l’area era stata individuata. Si stà solo cercando di evitare di spendere male i soldi come è accaduto in passato e se è vero che la zona nel 2016 non è andata a bagno l’area non era comunque accessibile. Non mi sembra corretto mettere una bandierina sul tema ospedale, bisogna scegliere il sito migliore per la collettività”.Diversa l’opinione di Montagna: “Vogliono tornare indietro, continuano a perdere tempo per ragioni di bandiera politica. Ora si è capito chiaramente che, per loro, la salute delle persone si può piegare agli interessi di partito, di campanile, di bandiera. E questo è inaccettabile. Siamo pronti a una mobilitazione straordinaria – aggiunge Montagna – Per Moncalieri, per il territorio dell’Asl To5, per le persone costrette a passare cinque giorni in una barella al pronto soccorso per avere un posto letto. Per i medici, gli operatori sanitari e non che continuano a lavorare straordinariamente ma in condizioni non dignitose. C’è l’area, c’è il progetto, ci sono i soldi. Basta scuse, andiamo avanti”.
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