Jacopo Veneziani. A Letti di Notte #divulgo il carattere democratico dell’arte
Se il tuo mondo è l’arte visiva, non puoi che trasferirti a Parigi. Come hanno fatto a cavallo fra la fine del XIX Secolo e l’inizio del XX Picasso e Modigliani, solo per citarne un paio. E Parigi è diventato il domicilio di elezione di Jacopo Veneziani, non ancora ventiseienne partito dalle colline piacentine che a Parigi vive da sette anni. “Per amore della storia dell’arte” come ha sottolineato ieri sera, giovedì 10 settembre, nel terzo incontro di “Letti di Notte” andato in scena sul palcoscenico del Cortile della Cascina Vigna
E se interessare all’arte visiva il grande pubblico sembra non essere facile (e lo dimostra la scuola stessa che relega in un angolino le ore di educazione artistica), Jacopo Veneziani ha concretamente dimostrato quanto sia affascinante scoprire i segreti di un quadro. “La pittura ha un carattere democratico e universale. A differenza di un libro o di un film, il quadro comunica direttamente con chi lo osserva. Un libro deve essere letto e se è di un autore straniero dobbiamo fidarci del traduttore e lo stesso avviene per un film. Nella pittura questa mediazione non avviene. Siamo noi e il quadro che ci confrontiamo. E non importa se è stato dipinto da un pittore fiammingo del Quattrocento, o rinascimentale del Cinquecento o un astrattista dei giorni nostri”. Per arrivare a questa empatia con il quadro, però, si deve procedere nella visita al museo o galleria in cui è esposto con calma e pazienza. “Molte opere d’arte sono diventate feticci turistici. Si viene a Parigi (essendo lui un parigino di adozione non ha detto si va a Parigi) per vedere la Gioconda quanto la Tour Eiffel. Si percorrono le sale del museo di corsa; le opere sono viste e non guardate. C’è una bulimia della fruizione del quadro, cercando di vedere più tele possibile nel tempo che ci siamo concessi per quella visita”.
A dimostrazione delle sue parole uno spettatore è stato chiamato a descrivere una delle sei tavole che facevano da sfondo al palcoscenico di Letti di Notte, tavole tratte dal libro di Jacopo Veneziani “#divulgo, le storie della storia dell’arte” (in libreria dal 16 giugno, e presentato in anteprima da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”). Guidato da Jacopo Veneziani, il lettore è andato sempre più in profondità sulla storia e la genesi del quadro e la vita del suo autore. “Quando nel 2019 Rizzoli mi chiese di scrivere questo libro, ci siamo posti come obiettivo di stimolare il lettore ad approfondire in seguito le opere proposte, o anche altre opere. Il mio libro non è esaustivo, non si dice tutto dell’opera e di chi l’ha dipinta, ma vuole essere un trampolino che stimola la curiosità del lettore verso ricerche future e approfondimenti”.
Un percorso che il giovane professore di storia dell’arte ha iniziato molti anni fa. “Da bambino dicevo che da grande avrei voluto essere Piero Angela. Poi, complice o per meglio dire grazie a un’insegnante, mi sono appassionato sempre più alla storia dell’arte; così ho cominciato a dire che ‘da grande’ sarei diventato un esperto d’arte. I miei compagni mi guardavano con sospetto, forse anche con un pizzico di compassione. Vedevano il loro futuro come ingegneri, architetti, avvocati, medici o notai. Professioni forse più appetibili del critico d’arte, ma io sapevo che sarei diventato un buon esperto di storia dell’arte. Se scegli una professione che ti appassiona, la svolgerai sicuramente meglio di una che ti è stata imposta”. La fortuna di Jacopo Veneziani è stata di trovare sostegno nella famiglia, papà idraulico, mamma impiegata comunale, che non ha mai osteggiato le scelte del figlio, purché portate avanti con rigore e passione. Poi sette anni fa il trasferimento da Lugagnano (PC) a Parigi, città d’arte, e soprattutto per mettere frutto si suoi studi liceali della lingua francese. E da quel momento una lunga corsa verso la chiamata di Rizzoli per pubblicare un libro. Corsa iniziata con la creazione di un profilo social, chiamato #divulgo che nei 280 caratteri di twitter raccontava quotidianamente la storia dell’arte. Un successo travolgente, fatto di 25 mila follower e l’attenzione di una casa editrice importante. “Nell’aprile del 2019 Rizzoli mi propose di scrivere un libro che sviluppasse i concetti espressi da #divulgo. La prima operazione è stata fare un vero e proprio casting delle opere da pubblicare, partendo dalle migliaia di quadri che sono esposti nei musei, fino a 35 opere da trattare nel libro. Poi mi sono chiuso nelle sale della Biblioteca dell’Istituto Nazionale di Storia dell’Arte di Parigi e tirato giù centinaia di pagine di appunti per ogni opera che in seguito ho condensato poi nel testo che accompagna le tavole pubblicate”.
Semplice, detto così; ma Jacopo Veneziani dimostra che la fruizione delle opere d’arte è democratica con le risposte date alle domande degli spettatori (in questa serata le domande erano affidate a Sofia Cassardo e Simone Smeriglio, allievi del Liceo Baldessano-Roccati di Carmagnola e al lettore della biblioteca Flaviano Giro), andando a sviscerare la complessità di opere dalle mille allegorie come “Il giardino delle delizie” di Hyeronimus Bosch, facendole diventare facili e comprensibili, quindi più apprezzabili.
L’incontro con Jacopo Veneziani è terminato con un fuori programma finale affidato ai ragazzi della marcing band “Saxmania” che dopo aver aperto la serata con l’ormai doverosa “Happy”, hanno voluto chiudere con l’allegra “Tequila”, quasi un brindisi finale.
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