Accolte le istanze dell’ASI per la circolazione dei veicoli storici in Piemonte
ASI apprende con soddisfazione la scelta della Giunta Regionale del Piemonte che riconosce fondate le argomentazioni e i dati che l’Automotoclub Storico Italiano ha continuato a produrre negli ultimi mesi, allo scopo di dimostrare le profonde differenze tra il parco veicolare obsoleto e i mezzi storici ad elevato valore culturale e sociale.
ASI ringrazia la Giunta Regionale per le dichiarazioni rilasciate, perché “sostenere il mondo delle auto storiche” significa riconoscere il valore, l’impegno e l’utilità sociale dell’ASI, che da sempre lo rappresenta attraverso leggi dello Stato insieme agli altri enti certificatori (FMI, Registri Fiat, Lancia, Alfa Romeo).
ASI da tempo argomentava alla Regione Piemonte che la scatola nera del “Move-In” non poteva rappresentare una soluzione anche per il motorismo storico, per evidenti limiti pratici, tecnici e gestionali; risultava infatti impensabile che una vettura o una motocicletta degli anni ‘30 o ’60 potesse solo montarla prima ancora che utilizzarla.
Le dichiarazioni rilasciate dall’Assessorato all’Ambiente regionale sono un riconoscimento all’operato di ASI e un effetto dell’iniziativa che la Federazione ha perseguito con il contributo dell’Istituto Superiore di Sanità per dimostrare scientificamente come i veicoli storici non impattino sull’ambiente, ma costituiscano una leva di sviluppo per l’indotto economico ed occupazionale, in particolare proprio in Piemonte, oltre a costituire una grande opportunità per il turismo.
Tuttavia, spiace osservare come l’Assessore all’Ambiente Matteo Marnati abbia ritenuto coerente con il comunicato ufficiale della Regione esprimere anche un sua personale opinione su tutt’altro tema e cioè su chi sia più o meno titolato a rilasciare certificazioni. ASI evidenzia che per rilasciare certificazioni ci vuole soprattutto competenza tecnica, metodologica e di ruolo. Le prime si consolidano attraverso decenni di rappresentanza del motorismo storico come unico e trasparente scopo della propria mission associativa, la terza deve basarsi su quanto il legislatore ha ritenuto più meritevole e adeguato alla delega, a patto che l’Assessore non intendesse mettere in dubbio la competenza e l’indipendenza del legislatore stesso.
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