Aperilibro bambini: Coline Pierré, scappa in soffitta per osservare il mondo
CARMAGNOLA – Chissà quante volte avete pensato di chiudere la porta al mondo e di fuggire lontano? In un luogo dove non vi conosce nessuno e non conoscete nessuno. È la pulsione che spinge la delusa Anouk, quattordicenne protagonista del libro “Fuga in soffitta” della scrittrice francese Coline Pierré, a chiudere la porta di casa e andarsene. Delusa da famiglia e amica, in prossimità delle vacanze di Natale che non potrà festeggiare con la mamma, trattenuta da impegni di un “importante” lavoro in Norvegia, Anouk decide di salutare il suo piccolo mondo familiare. Per andarsene dove? Anouk non ha risorse per fuggire lontanissimo, ma capisce che la soffitta di casa può diventare un luogo lontano dal mondo, nascosta da tutti. Un posto privilegiato dove poter osservare le reazioni delle persone che le dovrebbero essere più care alla sua scomparsa.
È questa la storia che Coline Pierré ha raccontato martedì 18 febbraio ai ragazzi delle scuole elementari di Carmagnola, nel consueto incontro mensile agli Antichi Bastioni organizzato dal Gruppo di Lettura Carmagnola.
“Questa non è una storia autobiografica, anche se ho preso a prestito la casa e la soffitta della mia infanzia e ho descritto luoghi e persone che mi erano vicine” commenta la 32enne scrittrice francese, che proprio da Carmagnola ha iniziato il suo tour che la porterà a presentare il suo libro in scuole e biblioteche italiane.
“Di storie di fughe e solitudine è piena la letteratura mondiale, quindi volevo scrivere un qualcosa di diverso proprio a cominciare dall’ambientazione che non è un’isola lontana o un luogo sconosciuto, ma semplicemente la soffitta di casa”.
E se la letteratura offre una carrellata infinta di personaggi che vivono la solitudine, Colin Pierré si è ispirata per il suo libro al solitario per eccellenza Robinson Crusoe, quasi a tracciare un parallelo fra l’isola deserta del marinaio di Daniel Defoe e la soffitta di Anouk. Mentre la soffitta ricorda la casa dell’infanzia, non hanno nulla di autobiografico il padre intento a costruire scatole, la mamma che vive in Norvegia, vicino al Polo Nord, come ricercatrice scientifica e la sorella Bena, di due anni più piccola, che è anche la persona a lei più vicina.
“Il mio libro non vuole essere un atto di accusa contro genitori assenti, ma semplicemente evidenziare il fatto che i genitori fanno quello che possono, restando a volte lontani inconsapevolmente. Inoltre Anouk, come tutti quelli che scappano, non ha ben chiare le conseguenze del suo gesto e le sofferenze che provoca mettendolo in atto. Anouk riesce a scoprirlo solo collegandosi di nascosto a Facebook, che le fornisce così informazioni sul mondo che c’è sotto la soffitta; oltre a origliare dai tubi del riscaldamento che le portano le voci dei suoi familiari”.
Sollecitata dagli oltre 160 bambini delle scuole elementari carmagnolesi in sala (uno dei quali ha posto la domanda in corretto francese) Coline ha raccontato non solo come è nato e come si sviluppa la storia di “Fuga in soffitta” ma come lei stessa sia approdata alla scrittura. “Sono sempre stata più a mio agio con la parola scritta che con quella parlata, e così ho iniziato a scrivere racconti fin da piccola, all’incirca da quando avevo dieci anni. Che spesso non concludevo e buttavo via prima di arrivare alla fine. Poi mi sono impegnata a finirli i libri ed ho cominciato a pubblicarli” al punto che in Francia sono una decina i libri firmati da Coline Pierré di cui “Fuga in soffitta” è il quarto e, per ora, l’unico pubblicato in Italia.
“Scrivere è una gioia e nello stesso tempo una fatica” ha raccontato Coline. “Perché scrivere mi piace, ma ho voglia di finire prima possibile perché ho paura di perdermi” sottolineando poi che il libro da lei scritto che l’ha divertita di più scrivere è stato “La révolte des animaux molches” (che possiamo tradurre come “La rivolta degli animali brutti”) mentre il più impegnativo, che è anche quello con meno pagine, “L’immeuble qui avait le vertige” (“La casa con le vertigini”).
Coline Pierré ha anche detto di voler approfittare di questo giro di presentazione per conoscere Torino: “Sono stata a Roma e Venezia, da piccola sulle Dolomiti, ma a Torino mai. Voglio visitare il Museo Egizio e il Museo del Cinema, approfittando dell’ascensore al suo interno per salire sino in cima alla Mole Antonelliana” ha detto la scrittrice che abita non lontana da Parigi la città della Tour Eiffel.
Per concludere una domanda tecnica. “Il libro è pubblicato anche in e-book?” a dimostrazione del pragmatismo e della confidenza con la tecnologia che i giovani scolari carmagnolesi hanno.
Prossimo Aperilibro Bambini (martedì 17 marzo 2020, ore 14,30 e 16.30 Antichi Bastioni – Carmagnola): “Viaggio nel tempo tra gli antichi egizi” illustrazioni di Sandro Natalini Sapete che la birra era la bevanda preferita degli antichi egizi, ma era un intruglio che noi troveremmo puzzolente e ben poco invitante? E com’è fatta una classe di piccoli egizi? E come vestivano, che cosa portavano in tavola? La prima mappa che esce dal perimetro del suo metro per settanta centimetri, allargandosi su altri oggetti. Inserita in un box speciale, ha infatti allegate anche 50 cards più una specifica per i geroglifici: 25 dedicate a storia e architettura e 25 a vita quotidiana e società.
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