Aperilibro Ragazzi: Désirée Cognetti il messaggio d’amore arriva in porto
CARMAGNOLA – Non aspettatevi il lieto fine. Anzi, non aspettatevi nemmeno un finale. Perché nel libro non c’è. Ma, a volte, il destino si mostra generoso. E il finale di “Una storia che parla di te” scritto da Désirée Cognetti, arriva due mesi dopo la pubblicazione, con un vero e proprio “coup de théâtre”.
Protagonista della serata dell’Aperilibro Ragazzi del Gruppo di Lettura Carmagnola del 14 febbraio, San Valentino (e mai data fu più consona visto che il tema trainante del libro è proprio l’amore) la scrittrice torinese racconta in queste pagine la sua storia (vera e drammatica) con una lucidità e una serenità d’animo che hanno dell’incredibile. Una storia che non aveva mai raccontato per intero, nemmeno alle persone che sono entrate più in profondità nella sua vita.
Désirée è figlia di una coppia di tossico dipendenti, come si capisce chiaramente, anche se nel libro lei non usa mai la parola droga. Nella sua più tenera infanzia passa attraverso le infinite strade dell’affidamento, alternate a ritorni a casa dalla mamma (che nel frattempo si è separata dal papà) in una vorticosa altalena che ha momenti drammatici e di violenza che si contrappongono a periodi di felicità regalati da una madre che, quando non è in preda alla droga, è una persona che le sta vicino, la fa appassionare all’arte e alla lettura, le insegna mille cose. Insomma una mamma complice della bambina, che ha a cuore sua figlia. Una mamma che, però, diventa aggressiva quando non è in lei, quando è preda della dipendenza. Con il passare degli anni la mamma trova un nuovo compagno e nel frattempo il maggior desiderio della bambina è di avere un fratellino. “Ho sempre cercato un fratello, qualcuno che fosse come: non colpevole”, scrive nel libro.
Il sogno si avvera il giorno in cui Désirée compie dodici anni. Per Zakaria, il fratellino appena arrivato, lei diventa una mamma premurosa, perché lo accudisce cambiandogli i pannolini, facendogli il bagnetto, preparandogli il biberon, con la sensibilità che sembra avere solo una tenera madre. Un impegno che la fa felice e le dà una grande motivazione nella quotidianità. Tutto però crolla appena nove mesi dopo la nascita di Zakaria, quando lei stessa, rientrando a casa da scuola, trova la madre morta per overdose e il fratellino piangente. E da quel momento riparte la trafila degli affidamenti, ma soprattutto della separazione da Zakaria che negli anni successivi Désirée vede solo due volte. E da quando il bambino compie tre anni ne ha il distacco assoluto.
“Ora la sensibilità è cambiata, ma negli anni Novanta i giudici erigevano un muro tra i fratelli e così non ci siamo più rivisti” ha rimarcato la scrittrice dal palco della Sala Monviso. Désirée cresce e appena diventa maggiorenne inizia una battaglia legale per ottenere l’affidamento del fratello, senza però riuscirci. Il cruccio di questa lontananza resta ben fisso dentro di lei, che se chiude gli occhi lo rivede: “Un chicco di caffè” con le mani grinzose e qualche ricciolo “disegnato a carboncino sulla testa rotonda”.
Cinque anni fa decide di scrivere un libro, che rappresenta un messaggio nella bottiglia lanciata nel mare dell’ignoto, per ritrovare un fratello che la durezza della legge, e dei giudici, le hanno impedito di avere al suo fianco appena diventata maggiorenne. “Ho fatto richiesta di affidamento di Zakaria appena ho potuto ma mi è sempre stata negata. Certo, a quell’epoca non avevo un lavoro stabile, non avevo una casa fissa. Ma come mi ero impegnata ad accudirlo in fasce, allora mi sarei impegnata ad allevarlo nel migliore dei modi” sottolinea. E con l’unica nota polemica della serata afferma: “Vorrei che quei giudici mi vedessero oggi. Ora che ho un lavoro fisso, una casa bella e ordinata, un cane e un gatto che mi tengono compagnia”.
Il primo ottobre 2019 il libro esce nelle librerie. Ed è un successo immediato. Perché pur essendo una storia molto forte, nelle sue pagine non c’è vittimismo, non si lanciano accuse a destra e manca. Ma si giustifica una madre che “va capita e perdonata” afferma più volte Désirée Cognetti, “la cui vita sregolata non mi impedì di continuare ad amarla”. Un libro di grande forza morale, che mette in evidenza il carattere solare e sorridente dell’autrice che ha impressionato le “lettrici del mese” ovvero Anna D’Onofrio, Chiara Ninghetto, Alessia Torassa (13 anni, ovvero la stessa età di Désirée quando ha accudito il fratello e quando ne è stata dolorosamente separata) che hanno commentato: “Leggendo le pagine abbiamo faticato a immedesimarci in una ragazzina che alla nostra età è stata capace di prendersi sorridendo tali e tante responsabilità, ed ha vissuto simili sofferenze”. Ribadendo immediatamente dopo: “Un libro che ci ha coinvolte fin dalle prime pagine. Al punto che abbiamo formato il nostro gruppo di lettura. Una volta la settimana ci incontravamo. Una di noi leggeva ad alta voce un capitolo e poi lo commentavamo”.
Come detto, però, il destino non è sempre beffardo. Il 13 novembre 2019 Désirée Cognetti è stata ospite della trasmissione “Ora solare” di Paola Saluzzi. E in modo rocambolesco è riuscita a entrare in contatto con Zakaria e la famiglia che da circa 15 anni lo ha in affidamento e trascorrere con loro le festività natalizie.
Ma questa è un’altra storia che, probabilmente, Désirée Cognetti si prepara a scrivere nel suo nuovo libro. O forse lo ha già cominciato.
Il prossimo Aperilibro Ragazzi (venerdì 13 marzo 2020, ore 21, Sala Monviso, Cascina Vigna, oppure Pizzalibro, ore 19.30 Trattoria della Vigna): “Un bacio che non si stacca più” di Augusto Macchetto
Da un mese la madre di Flavia se n’è andata, ma ha trovato il modo di restare ancora un po’, di “fregare la morte”, come direbbe lei. Con le lettere. Arrivano a Flavia giorno dopo giorno, da città sempre diverse, per dire tutto quello che non è facile dire a voce, ma anche solo per continuare a parlare, a esserci. E lei sta al gioco. Non ha idea di chi le spedisca, però le aspetta impaziente e fiduciosa. E intanto prova a vivere la vita di sempre. A ridere con Sabri, la sua amica mezza matta, a baciarsi in mezzo alla strada con Luca, e a coccolare il suo frastornato papà. Perché sta imparando che la morte la puoi fregare anche rubandole un attimo. L’attimo di una risata… o di un bacio.
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