Polvere di latte: celebrati i dieci anni
TORINO – Ha compiuto 10 anni il progetto di filiera che ha portato ad avere la polvere di latte 100 per cento made in Piemonte grazie alla sinergia tra Coldiretti Piemonte, Compral Latte, Inalpi e Ferrero spa. Le dieci candeline sono state celebrate all’Hotel Nh Torino Centro durante l’evento: “Polvere di latte: esperienze di futuro verso il 2030”, che ha visto partecipare: il presidente di Inalpi, Ambrogio Invernizzi; il presidente di Compral Latte, Raffaele Tortalla; il presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo ed il delegato confederale di Coldiretti Piemonte, Bruno Rivarossa. E’ stata l’occasione anche di premiare, attraverso un’opera ideata dall’artista Ugo Nespolo, Enrico Scimone, responsabile globale acquisti latte per Ferrero spa che ha avuto un ruolo di primo piano nella costruzione della filiera del latte piemontese, e Raffaele Tortalla, presidente di Compral Latte, cooperativa di 250 allevatori, la maggior rappresentanza dei conferitori Inalpi, grazie ai quali vengono raccolti giornalmente 5 mila quintali di latte.
Dieci anni che hanno dato il via a un’esperienza unica che, sotto diversi aspetti, e trascinando molteplici attori, ha coinvolto e cambiato parecchie realtà del territorio. Un progetto in cui ciascuno ha fatto la sua parte, con dedizione e cercando di superare il mero interesse personale, in nome di un bene superiore: quello della qualità e della valorizzazione del latte, un prodotto importante per il territorio. Inalpi ha accolto la richiesta della Ferrero, impegnandosi nell’investimento economico più forte della sua storia, nei primi anni di quella che si è poi rivelato uno dei periodi di maggiore crisi industriale mondiale. Compral Latte ha cercato di riunire il maggior numero di conferitori, cercando di superare quelle che erano le resistenze più dure da parte dei produttori latte, legate ad abitudini e a rapporti commerciali consolidati negli anni, cercando di far immaginare l’importanza della nascita della Filiera del Latte controllata e garantita. Coldiretti ha avuto la forza di coordinare un progetto innovativo e ha intravisto una possibilità di lavoro continuativo e futuro per aziende che hanno rappresentato e, oggi ancor di più, rappresentano il futuro del territorio.
Il pagamento del latte su basi scientifiche è il vero elemento fondamentale del progetto e la visione di Inalpi e Ferrero ha generato la prima idea di contratto etico che di fatto ha superato i vecchi meccanismi di contratto tra produttori e industriali. Il prezzo del latte è stabilito oggi da otto pilastri che comprendono, tra l’altro, la pulizia della stalla, il benessere animale, l’uso consapevole dei medicinali e altri elementi di grande lungimiranza come la sostenibilità ambientale e sociale per una crescente attenzione ai diritti umani e dei lavoratori. Il futuro degli allevamenti, e quindi del pianeta, si gioca anche attraverso allevamenti responsabili e consumi consapevoli.
Ambrogio Invernizzi, presidente cda Inalpi, afferma: «E’ stato un progetto realizzato dal territorio per il territorio, nel quale, in un momento storico non facile, abbiamo avuto al nostro fianco le istituzioni del territorio. Inalpi continuerà su questa strada, per proseguire nella crescita della filiera del latte corta e certificata, come testimonia il lavoro fatto in questi ultimi mesi, in cui abbiamo ampliato il numero dei pilastri su cui si basa il protocollo di filiera, passati da 5 a 8, ed incrementato la ceck-list di controlli, fatta oggi da 104 punti. Siamo infatti convinti che la strada della qualità, della sostenibilità e dell’attenzione al benessere di tutti gli attori della filiera siano elementi imprescindibili per una crescita che porta benefici al territorio e alla nostra regione».
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, aggiunge: «Un accordo sancito dieci anni fa sulla base dell’innovazione, della qualità e della tracciabilità, valori tutt’ora attuali e basato sul prezzo indicizzato che l’azienda di Moretta ha deciso di adottare premiando, a prescindere dall’andamento altalenante del mercato, il valore reale di quanto conferito dai nostri allevatori. Un modo per valorizzare la produzione di latte piemontese che conta numeri importanti: quasi 11 milioni di quintali che vengono suddivisi tra polvere di latte (20%), latte alimentare (15%) e caseificazione (65% di cui circa la metà per le produzioni DOP). Per questo auspichiamo, non solo, che questo progetto si rafforzi e si implementi, ma che possa essere uno stimolo per l’agroindustria attenta al territorio, che intenda puntare e scommettere sulla nostra agricoltura per offrire prodotti di alta qualità e valorizzare concretamente il made in Piemonte».
Nella seconda parte dell’incontro, Franco Ramello, responsabile economico della federazione regionale Coldiretti, ha tracciato una panoramica delle filiere che negli anni, prendendo spunto dall’esempio virtuoso del latte in polvere, Coldiretti Piemonte ha saputo creare, mostrando come si stia lavorando su diversi comparti ed intessendo relazioni con l’agroindustria del territorio piemontese disponibile a percorsi virtuosi, cercando anche di esportare il made in Piemonte oltre i confini nazionali.
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