Francesca Corrado con “il fallimento come via verso il successo” ha tenuto banco alla Sala Monviso
CARMAGNOLA – Le cento, una più una meno, persone (tutte le poltroncine di Sala Monviso occupate e una decina di sedie rubate al vicino bar) intervenute mercoledì scorso, 30 ottobre, a seguire la presentazione del libro “Fallimento è rivoluzione” di Francesca Corrado si sono ritrovate coinvolte in un continuo scambio di idee osservazioni, puntualizzazioni che le hanno rese prose protagoniste della presentazione del libro, presentazione che non c’è stata. Per lo meno, non nel senso canonico della parola.
Infatti, la giovane economista calabrese di Crotone, residente a Modena da vent’anni, si è seduta al tavolo dei relatori giusto quel paio di minuti necessari per sistemare le slide e i filmati del computer, poi ha preso un pennarello in mano e si è piazzata in piedi a fianco della lavagna di carta su cui ha tracciato grafici, schizzi, riportato risposte alle domande rivolte alla platea, sottolineato riflessioni.
Raccontata così sembrerebbe una delle solite conferenze dottorali con il relatore che parla e la platea che ascolta distaccata; invece è stato un coinvolgimento di menti che ha impegnato tutti a dare delle risposte ai quesiti che Francesca Corrado proponeva. Rimanendo a volte impressionati nello scoprire che la risposta giusta era esattamente quella contraria data all’unisono dalla sala, disintegrando stereotipi radicati nel più profondo di tutti i presenti. Abituata a rendere semplici e comprensibili, senza banalizzazioni, concetti piuttosto complessi, la ricercatrice calabro-modenese è partita con lo spiegare il perché del titolo del suo libro che è anche la sua ragione di vita e di studio, raccontando un momento centrale della sua esistenza.
“Nel 2015 mi sentivo una donna di successo. Mi ero laureata con ottimi voti, specializzata, master in economia alla Sorbona di Parigi e negli Stati Uniti, creato una società di consulenza, ottenuto una cattedra all’Università e avevo un fidanzato. Ero in cima alla piramide del successo professionale e personale. Nel volgere di pochi mesi ho perso tempo. La mia società è stata posta in liquidazione, l’università mi ha tolto l’insegnamento e anche il fidanzato mi ha lasciato, con l’aggravante che vivo da lui e quindi mi sono ritrovato a girovagare per Modena da un alloggio all’altro con la macchina piena delle mie cose da traslocare. Situazione difficile per me”. Per usare il vecchio detto che le disgrazie non arrivano mai sole, ecco giungerle anche la notizia che il padre comincia a manifestare sintomi di Alzheimer, che lo avrebbero rapidamente a perdere contatto con la realtà.
Un fallimento.
Un fallimento che dopo un primo momento di sbandamento ha portato Francesca Corrado ad analizzare il significato del fallimento e, siccome il concetto esiste, a capire quale sia la sua utilità. Così ha iniziato a incontrare economisti, filosofi, neuroscienzati, patologi, atleti, industriali e uomini di azienda per sviscerare, con la mentalità scientifica, e anche ottimista, di un’economista il mondo del fallimento. Di cui abbiamo tutti paura. Che quando ci tocca ci fa vergognare. L’errore è visto come la faccia negativa del successo, della vittoria. Fin dalla prima infanzia.
I risultati non hanno tardato a venire, al punto che Francesca ha ben presto fondato la “Scuola del Fallimento”, unica in Europa e probabilmente nel mondo, in cui non ci si compatisce tutti insieme, ma si impara a usare il fallimento come leva, per risorgere e risollevarsi. Si impara a continuare ad avere paura dei propri errori, imparando però ad affrontare la sfida, perché se non ci si arrotola nel proprio compatimento c’è la possibilità di tornare al successo, tornare vincenti. Francesca ha così scoperto che inconsciamente anche personaggi di grande successo hanno tratto dal fallimento e dall’errore lo stimolo per arrivare in cima. Esempi ce ne sono tanti, da Michael Jordan che ha calcolato tutti gli errori dei suoi tiri a canestro a Enzo Ferrari che ha conservato in un cassetto tutti i bulloni e le viti che si sono rotte sulle sue vetture da corsa, pregiudicando le possibilità di vittoria.
“Ero presente quando è morto mio padre. Ho conservato l’elettrocardiogramma dei suoi ultimi momenti con la linea che sale, precipita risale sino a diventare definitivamente piatta. Quell’elettrocardiogramma mi ha fatto riflettere parecchio. Dopo qualche tempo l’ho mostrato al cardiologo chiedendogli il significato di quella linea continuamente spezzata. La risposta è stata chiarificatrice: per gli economisti l’alto significa il successo, il basso significa il fallimento. Per i cardiologi i punti sotto la linea mediana significano la spinta a tornare in alto nel continuo salire e scendere della nostra vita. Illuminante. Dalla morte di mio padre, certamente un fatto negativo, un fallimento, ho tratto forza per rialzarmi e imparare dai fallimenti. Per questo il libro è dedicato a mio padre e mia madre”.
Una serata che al termine ha portato la platea a prendere nuova consapevolezza e forse nuova forza nel considerare i propri fallimenti.
E la presentazione del libro? È questa. Queste sono le pagine di “Fallimento è rivoluzione” e che la presentazione sia stata un successo lo dimostra il lungo firma-copie che ne è seguito.
Prossimo Aperilibro (27 novembre): Giorgia Wurth: “IO, lui e altri effetti collaterali”
“Femmine e maschi sono due universi profondamente differenti, complementari a volte, ma di solito incompatibili. Noi diciamo “no”, loro capiscono “sì”. E spesso hanno ragione. Noi pensiamo e facciamo venti cose contemporaneamente, senza concludere nulla, loro non pensano e ne fanno al massimo una, ma la portano a termine. Noi giochiamo in singolo, loro fanno squadra. Noi mangiamo quello che non ci fa ingrassare, loro quello che gli piace. Noi ricordiamo le cose anche dopo anni, loro dopo un minuto hanno già dimenticato tutto. Noi fingiamo l’orgasmo, loro fingono l’amore. Noi puliamo, loro sporcano. Noi stiriamo, loro stropicciano. Noi partoriamo sangue, loro ne sono terrorizzati. E poi c’è Lui.”
Mercoledì 27 novembre 2019, ore 19.30 – Trattoria della Vigna, Carmagnola tel. 392 59.38.504.
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