Cristina Rava all’apericena del cortile SOMS di Racconigi con il commissario Rebaudengo e Ardelia Spinola
Cristina Rava da Albenga è una vecchia conoscenza del Gruppo di Lettura Carmagnola, avendo presentato l’allora suo ultimo libro “L’ultima sonata” in una serata di marzo dello scorso anno all’aperilibro di Carmagnola. Naturale quindi richiamare la scrittrice ligure per il secondo aperilibro in trasferta racconigese del club letterario carmagnolese, andato in scena sabato 14 settembre nel cortile dell’ex SOMS di Racconigi, in collaborazione con Racconigi Eventi che ha curato la cena, il Gruppo Cantoregi e il Comune di Racconigi rappresentato dall’assessore alla cultura Annalisa. Allasia, con un rapido saluto del sindaco Valerio Oderda.
Frizzante e brillante come sempre, terminata la cena Cristina Rava ha duettato con Maurizio Liberti del Gruppo di Lettura Carmagnola, spaziando fra i punti cardine della sua produzione noir che ha per protagonisti principali l’ex commissario Bartolomeo Rebaudengo, ritornato in auge nell’ultima fatica della Rava “Di punto in bianco” e il medico forense Ardelia Spinola, che ha brillantemente risolto l’inquietante mistero del libro precedente “L’ultima sonata”.
Stimolata al termine della cena dalle domande dei presenti, la giallista ligure “qualcuno mi ha definito la Jessica (Fletcher) della Piana (di Albenga)” ha parlato dei suoi personaggi a cominciare dal commissario Bartolomeo Rebaudengo che ha definito “belloccio e ricco di charme. Se dovessi dargli un volto in un film lo vorrei interpretato da Fabrizio Bentivoglio, l’affascinate attore brizzolato, ma soprattutto lo immagino sabaudo. Perché Bartolomeo Rebaudengo è un sano rappresentante di quella piemontesitudine (neologismo che dovremmo adottare) per cui le regole vanno rispettate sempre e a qualunque costo e le tasse le si paga al primo giorno utile”. Nell’ultimo libro della Rava, edito nella prestigiosa collana Nero Rizzoli, Rebaudengo è anche ricco, avendo ereditato un bel malloppo da una lontana zia, escamotage che consente alla Rava di svincolarlo dai lacci e laccetti di un incarico istituzionale in polizia per poter svolgere le sue indagini in massima liberta, insieme ad Ardelia Spinola, con la quale ci potrebbe essere del tenero.
Ma soprattutto la Rava ha parlato dei luoghi protagonisti dei suoi romanzi a cominciare dalla sua Albenga per cui nutre, manco a dirlo, un rapporto di amore-odio. Amore per quell’Albenga storica, con i suoi carrugi che hanno saputo accogliere i nuovi arrivati da paesi lontani che nei vicoli possono riconoscere i suk delle loro terre di origine. Odio per l’Albenga di oggi, lottizzata da palazzoni informi di cemento che hanno divorato tutte quelle serre dove si coltivano pomodori, asparagi e altri ortaggi prelibati. Cristina Rava ha sottolineato poi il suo amore per il Piemonte che guarda al mare, dalla zona di Sale Langhe, dove è ambientato questo ultimo libro, alle terre severe dell’Alta Valle Tanaro dove ha trascorso le estati della sua infanzia. Non è mancata una citazione per Kay Scarpetta, la coroner dello Stato della Virginia uscita dalla penna di Patricia Cornwell, che ha sicuramente ispirato il personaggio di Ardelia Spinola, che piace a Cristina Rava per il suo rigore scientifico e la verosimiglianza del testo alla realtà dell’azione, anche se poi a volte la Scarpetta deborda nella supponenza che non piace troppo alla Rava.
Si è poi parlato di bisturi, strumento principe dell’anatomopatologo, che apre il corpo della vittima per aprire la strada alla verità ed è anche una via percorsa dalla scrittrice per rendere omaggio alla classe medico-ospedaliera, il cui lavoro spesso non è tenuto nella giusta considerazione dai pazienti; passando poi a parlare di bagna cauda, sogno proibito di Bartolomeo Rebaudengo per buona parte del libro per concludere con un preciso accenno ai gatti, che sono una parte importante dei libri di Cristina Rava e della sua vita.
Insomma una breve spruzzata sulle quasi settecento pagine degli ultimi due libri di Cristina Rava, che hanno incuriosito la sessantina di presenti all’aperilibro, cui non è rimasto altro che acquistare il libro, farselo autografare dall’autrice. E passare la notte in bianco fra brividi da condividere con Bartolomeo Rebaudengo e Ardelia Spinola.
Prossimo Aperilibro: Antonella Boralevi “Chiedi alla notte”
29 agosto 2018. Venezia splende. È la Serata di Gala della Mostra del Cinema. Red Carpet, Star, limousine, champagne, fotografi. E Vivi Wilson. La protagonista incantevole del Film di Apertura. Ma nell’aria vibra una nota di inquietudine. Un’ansia che cresce a ogni pagina. Verità inaccessibili aspettano nell’ombra. Vivi brilla per una sera soltanto. Il giorno dopo è un mucchietto di stracci, sulla spiaggia elegante del Lido. La sua morte è un mistero. Alfio, il bel commissario siciliano sciupafemmine, viene chiamato a indagare. E il suo cuore perde un colpo. Emma è tornata. L’inglesina che gli è entrata, suo malgrado, dentro la pelle, è l’avvocato di Netflix, che coproduce il film. È ospite di una Contessa affascinante e misteriosa, in una magnifica Villa. Emma e Alfio sono due anime che si cercano. Due vite sospese. Il Destino gioca con loro e con la sporcizia nascosta nelle vite dei ricchi. Insieme, entrano nel buio. Tre indiziati, tre confessioni da spavento. Ma alla verità manca una riga. Quella sepolta dentro un Passato che urla
Mercoledì 25 settembre 2019, ore 19.30 – Trattoria della Vigna, Carmagnola tel. 392 59.38.504
Antonella Boralevi è una scrittrice, conduttrice e autrice televisiva. Nata a Firenze, laureata in filosofia, nel 1985 pubblica il suo primo libro “Far salotto”, mentre nel 2005 pubblica il suo primo romanzo “Prima che il vento”. A fianco della sua attività di scrittrice ha lavorato come conduttrice e autrice televisiva, collaborando con quotidiani e mensili nazionali. Nel 2009 è stata nominata Consigliere Diplomatico per la Comunicazione della Cultura e della Immagine dell’Italia, con funzioni di coordinamento della attività di Ambasciata, Istituto di cultura e Consolato Generale ed è stata assegnata presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi.
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