PECETTO – L’Agenzia delle Entrate dimezza il valore dell’autorimessa di cui il Comune cerca di disfarsi da tempo
PECETTO – Non si contano più le aste andate a vuoto per l’autorimessa di via Feletto, l’ormai «scomodo» immobile torinese di cui l’amministrazione comunale di Pecetto certa di disfarsi da tempo dopo averlo ottenuto in seguito ad un lascito. E dopo l’ultimo fallimento il palazzo civico si era affidato all’Agenzia delle Entrate per una valutazione, pervenuta nei giorni scorsi e chi fatto taglia il valore della struttura. E lo dicono i numeri, ad una prima occhiata e senza ombra di dubbio. La stima datata 2015 redatta dall’ingegnere Giovanni Matta parlava infatti di 340mila euro, quella griffata dall’Agenzia si attesta invece a 161.300. Una bella sforbiciata non c’è che dire, tuttavia tra i corridoi del municipio del paese delle ciliegie vengono nutriti forti dubbi sul fatto che la prossima asta possa essere quella decisiva. Il tutto nonostante la scorsa settimana il consiglio comunale abbia approvato la valutazione all’unanimità. Un contesto, quello dell’aula consigliare, in cui maggioranza e minoranza si sono trovate in accordo anche sulla necessità di rivedere le procedure di vendita di un bene immobiliare del Comune, concentrandosi sui ribassi attuabili dopo il fallimento di un’asta. Al tempo stesso primo e cittadino e giunta accarezzano la speranza di poter, in tempi brevi, giungere ad un trattativa con un potenziale acquirente in modo che l’autorimessa smetta di gravare sulle casse civiche come costo totalmente passivo. Ma non è facile, prima di tutto per le dimensioni dell’immobile e poi per la zona in cui si trova, periferica e di scarso interesse dal punto di vista del mercato immobiliare. “E’ il problema maggiore, perché la proprietà è in buone condizioni strutturali anche se non presenta bene all’esterno”, ha precisato il sindaco Renato Filippa durante il consiglio e dopo le parole del consigliere di opposizione Monica Checchin, la prima a palesare perplessità in merito alla nuova valutazione: “è un prezzo ancora alto, ma i criteri dell’Agenzia delle Entrate sono quelli”.
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