Sanità piemontese più medici, più privato e meno liste d’attesa
TORINO. Sono due i cardini sui quali poggerà la sanità piemontese del futuro. Ad indicarli, in modo netto, sono il Presidente della Regione, Alberto Cirio, e l’Assessore alla Sanità, Luigi Icardi, che lunedi hanno aperto i lavori dell’importante congresso organizzato da Motore Sanità nel capoluogo piemontese. Davanti ad una vasta platea (oltre 400 presenti) di qualificati operatori del settore sia pubblico che privato, richiamati al Golden Palace (via Arcivescovado) dalla prima presentazione delle linee guida della politica sulla salute, l’ideatore dell’iniziativa il sen. Michele Vietti, attuale presidente di Finlombarda e Gruppo Santa Croce, ha sottolineato come “sia necessario cambiare strada rispetto al passato” e poi ha dato la parola al presidente Cirio, che ha indicato quali saranno gli aspetti caratterizzanti. “Bisogna avere una sanità più pronta a dare risposte, visto che abbiamo strutture capaci di fornire prestazioni di eccellenza. Però non possiamo far aspettare i piemontesi tempi lunghi per un’operazione di cataratta o di prostata. La strada per essere più efficienti passa attraverso un diverso rapporto tra pubblico e privato. Il nostro modello deve essere il Veneto, che ha molte analogie con il Piemonte e quindi dal 3,7% attuale dobbiamo avvicinarci progressivamente al 10% di prestazioni specialistiche che vengono offerte dai privati. In questo modo miglioriamo il servizio complessivo e conteniamo i costi, che è la spada che pende sulla nostra sanità e che non possiamo permetterci di sforare”.
Sulla medesima lunghezza d’onda l’assessore alla sanità Luigi Icardi che è ricorso ad un esempio pratico “Come una vettura, anche la sanità va guidata a due mani, tenendo conto che al centro di tutto ci deve essere sempre il cittadino, che ha il sacrosanto diritto di essere curato bene e nei giusti tempi”.
Sul delicato tema della mancanza di medici si è espressa l’on. Rossana Boldi vicepresidente della Commissione affari sociali della Camera, che ha detto “desidero una sanità più equa per tutti, e mi riferisco soprattutto a chi non vive nelle grandi città e che quindi ha difficoltà anche solo ad avere un medico”.
Sul delicato tema della carenza dei medici Cirio è stato netto “per ovviare al problema aumentiamo del 50 per cento le borse di studio per pagare le specializzazioni, ma vincoliamo per 5 anni i medici che formiamo”.
Dopo la parte politica il programma dei lavori ha dato spazio agli interventi di varie personalità. Moderati da Giulio Fornero, direttore Struttura Complessa Qualità Città della Salute e da Rosaria Iardino, presidente Fondazione The Bridge, sono intervenuti tra gli altri: il direttore della sanità piemontese Danilo Bono; Valerio Fabio Alberti, direttore generale Asl Torino; Maurizio Dall’Acqua, direttore generale del Mauriziano; Walter Locatelli, commissario Alisa Liguria, Luciano Flor, direttore generale Aou Padova e Carlo Tomassini, direttore generale diritti di cittadinanza della Toscana.
Quindi vi sono state le relazioni scientifiche: del cardiologo Sebastiano Marra; Umberto Riccardi, direttore della scuola di medicina Università di Torino; Giovanni La Valle, direttore sanitario Città della Salute di Torino; Mario Boccadoro, direttore di Ematologia della Città della salute e del presidente nazionale Federfarma, Marco Cossolo.
Hanno concluso il convegno, moderati da Mario Lombardo, direttore sanitario di Villa Ida Santa Croce di Lanzo, le testimonianze di Giancarlo Perla, presidente Aiop Piemonte; Marco Vecchietti, Ad Rbm, assicurazione Salute; Mario Sacco vicepresidente nazionale Confcooperative e Roberto Venesia, segretario regionale Fimmg.
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