L’Industria vive ancora la crisi
Il Piemonte si trova ancora in una situazione di difficoltà, lo dimostrano i dati della 190a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, frutto della collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa San Paolo e UniCredit. La produzione industriale ha registrato un calo dello 0,4% rispetto a un anno fa, mentre il mercato interno rimane sostanzialmente stabile (+0,3%), gli ordinativi esteri aumentano dello 0,3%, il fatturato totale cresce dello 0,4% e la componente estera dell’1,6%. Dati apparentemente positivi, ma negativi se confrontati con altri trimestri precedenti.
L’analisi di Vincenzo Ilotte, Presidente di UnionCamere Piemonte, è critica: ”I dati ci mostrano un Piemonte in affanno. Il nord del Piemonte, che non può avvantaggiarsi del buon risultato dell’industria alimentare, soffre proprio nei comparti che lo hanno sempre caratterizzato: mezzi di trasporto, industrie elettriche e filiera tessile.”
Ilotte ritiene inoltre che per sollevare la regione serva attuare una politica che faciliti l’attività e la crescita occupazionale delle industrie.
Invece, Fabrizio Simonini, Regional Manager Nord-Ovest di UniCredit, crede fermamente che “UniCredit possa svolgere un ruolo importante nella crescita della regione, in quanto grazie alla sua presenza nei mercati esteri, UniCredit potrebbe fungere da trampolino per l’economia piemontese.”
Cristina Balbo, responsabile Direzione Piemonte, Valle D’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo, evidenzia invece “la propensione all’export della regione, salita nel 2018 a circa il 40%, dato significativamente positivo se confrontato con la media italiana inferiore di circa 10 punti.”
Inoltre afferma: “Va sottolineato il record dei distretti piemontesi che nel 2018 hanno raggiunto il massimo storico di export, pari a oltre 9 miliardi di €.”
Per quanto riguarda le industrie, sono in positivo solamente quella alimentare (+2,4%) e quella chimica e petrolifera (+0,9%). Profondamente in rosso l’industria elettrico-elettronica (-2,8%), e quella tessile (-5,0%).
A livello regionale può essere inoltre evidenziato come su 8 province siano solo due a essere contrassegnate dal segno più: Cuneo (+0,8%) e Alessandria (+1,2%).
Invece, la provincia col risultato peggiore è Biella, con il -2,3%, la cui causa può essere trovata nel forte calo delle industrie tessili; a seguire troviamo Novara, che perde l’1,3%.
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