La cassa integrazione è in aumento in Piemonte. Ma non dappertutto
La cassa integrazione in Piemonte non smette di crescere. E’ quanto denuncia il 3° rapporto 2019 sulla cassa integrazione in Piemonte diffuso da UIL Piemonte. Secondo le analisi del sindacato dei lavoratori, “in Piemonte, nel primo trimestre dell’anno, come evidenziano i dati del Servizio politiche attive e passive del lavoro della UIL nazionale, sono state richieste 8.950.741 ore di cassa integrazione, in crescita del 7,5% rispetto all’analogo periodo del 2018 (-3% ordinaria, +16,7% straordinaria, -99% deroga) – si spiega nel report – A livello nazionale sono state autorizzate 65.936.269 ore, con un incremento del 6,1%”. Se la cifra assoluta è sconfortante, sembra però essere in calo la media mensile degli occupati piemontesi tutelati, con 1.221 unità in meno rispetto al periodo gennaio-marzo 2018.
A ogni buon conto, la nostra regione si trova al 3° posto per richiesta di ore di cassa integrazione, dopo Lazio e Lombardia.
Scendendo nel dettaglio, Biella con il suo +91,5% è la provincia che ha fatto maggiormente ricorso alla cassa. Segue Torino +63,9%, mentre le altre aree hanno registrato un’inversione di tendenza più o meno marcata: Alessandria -5,5%, Novara -8,6%, Cuneo -71,3%, Verbania -83,3%, Vercelli -84,6%, Asti -86,7%.
L’area metropolitana di Torino, è risultata la seconda più cassaintegrata d’Italia, dopo Roma e prima di Taranto.
Il segretario generale UIL Piemonte Gianni Cortese commenta: “La comparazione dei dati relativi al 1° trimestre del 2019 e del 2018 presenta una situazione simile allo stato dell’economia nazionale: scarso dinamismo e prevalenza di stagnazione. Preoccupano i dati relativi alle domande di Naspi, che continuano ad aumentare, significando, verosimilmente, l’espulsione dal mercato del lavoro di un numero crescente di lavoratrici e lavoratori”.
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